Fa discutere la decisione di Amnu, prima in Trentino, di far pagare una tariffa anche per chi differenzia correttamente gli imballaggi in plastica, con l’introduzione di una chiavetta elettronica che registrerà i conferimenti.
Presso Amnu, Azienda Municipalizzata dal 1968, nel 2015 sono stati trattati 22000 tonnellate di rifiuti, con 7 Centri di Raccolta Differenziata. Capitale sociale di € 1.128.387,00 interamente versato, € 8,5 milioni di fatturato. Un’Azienda florida, che fa degli utili… ma sempre una partecipata, a servizio del cittadino; un cittadino che si meraviglia del fatto che più plastica differenzierà e più pagherà. A rigor di logica dovrebbe essere vero il contrario: più riciclo e più sono premiato.
Il sindaco di Pergine ha voluto spiegare che «se paghi il conferimento della plastica sarai più attento nei tuoi acquisti, evitando i prodotti imballati con la plastica. Dovrai pagare il conferimento anche perché i soliti furbetti inseriscono, assieme alla plastica, impurità fino al 40%». Ai cittadini viene quindi delegata la riduzione a monte della quantità di imballaggi!
Alla luce di quanto sopra, si interroga la Provincia per comprendere se e quali politiche ha in essere per incentivare concretamente le aziende e le attività commerciali a ridurre a monte l’utilizzo di imballaggi e la loro emissione verso il consumatore finale, e se tali politiche tariffarie disincentivanti la separazione della frazione differenziabile siano in linea con le direttive europee, che oltretutto pongono al primo posto nella gerarchia della gestione rifiuti la prevenzione e la riduzione, e solo dopo un eventuale recupero ai fini del un riciclo.
Cons. Claudio Cia