Sempre più anziani. E tra pochi decenni, nel 2050, in Trentino gli ultra 65enni saranno quasi il doppio di oggi, ovvero un esercito di 193 mila persone. Con queste cifre il welfare pubblico arranca: «E per questo ieri in Regione abbiamo deciso di finanziare uno studio per capire come incrementarele risorse per il welfare complementare, quello che ad oggi offriamo con Pensplan. Le esigenze sono cambiate. Ci servono nuove risorse» ha chiosato ieri in commissione l’Assessore regionale Claudio Cia che, come relatore sul tema, ha sostituito il presidente della Regione Arno Kompatscher, assente giustificato.
Proposta di legge, questa dello studio di fattibilità per trovare nuove risorse, che in commissione regionale ha incassato un via libera unanime. Giova ricordare che Pensplan è il progetto della Regione Trentino-Alto Adig per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare a carattere locale, istituito con apposita legge Regionale nel 1997. Intuizione da rendere attuale. Un’intuizione che rappresenta un unicum a livello nazionale in termini di promozione e sviluppo della cultura previdenziale sul territorio, un progetto avviato con uno stanziamento di 258 milioni di euro. In base allo statuto di autonomia e quindi alle competenze in materia di previdenza e assicurazioni sociali si è resa possibile infatti l’introduzione di diversi interventi finalizzati a supportare la popolazione nella costituzione di una pensione complementare. Tra questi Pensplan Centrum, società pubblica partecipata al 98 per cento dalla stessa Regione e al 2 per cento dalle Province autonome di Trento e Bolzano: «É così. Ma con l’allungamento della vita arrivano anche le malattie. Comprese quelle che rendono impossibile arrangiarsi da soli, essere autonomi. Un dato incontrovertibile che si riverbera anche sul welfare, sul modo per garantire una buona qualità della vita anche a chi non è più autosufficiente. Le cifre – osserva l’Assessore regionale Claudio Cia – parlano da sole: nel 2015 gli anziani over 65 erano 110 mila, ma due anni dopo erano già 115 mila. Con questa progressione gli uffici regionali osservano che nel 2050 saranno 193 mila. Ci risultano casi di persone che non hanno più una mobilità sufficiente ma che non sono nemmeno così malate da essere ospedalizzati. In questa situazione la spesa per potersi giovare di una persona che li affianchi, parliamo di badanti, diventa insostenibile».
Il sistema soffre. La crescente percentuale di non autosuffcienza non era contemplata quando il progetto venne varato: «Poiché le risorse che la società Pensplan Centrum ricava dagli investimenti del proprio patrimonio, messo a disposizione dalla Regione alla fine degli anni novanta-inizi degli anni duemila, non sono sufficienti a finanziare anche tali attività, si rende necessario provvedervi con finanziamenti regionali ad hoc. Tali compiti, infatti, non erano originariamente compresi nella mission di Pensplan, ma sono stati introdotti con la legge regionale 7 agosto 2018, per rispondere alle nuove esigenze e ai bisogni derivanti dall’evoluzione sociale e demografica. Il testo, composto da un unico articolo, mette a disposizione di Pensplan Centrum le risorse per la realizzazione di studi di fattibilità per finanziare la non autosufficienza e ad attuare un programma di informazione e di educazione finanziaria. Per incrementare le adesioni ai fondi pensione e raggiungere la maggior copertura di previdenza complementare per la popolazione regionale.
L’articolo sul quotidiano “Trentino” del 13 giugno 2019: