APSP, Cia (FdI): “Diventino un centro servizi a favore della popolazione residente nel territorio in cui sono inserite”

Nel corso della presente Legislatura del Consiglio della Provincia autonoma di Trento, nella mia qualità di Presidente della IV Commissione permanente, ho avuto l’opportunità di visitare molte Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona (in sigla APSP), incontrando Presidenti, Consigli di amministrazione, Direttori e personale, apprezzando la grande qualità del lavoro che viene svolto all’interno di queste strutture, apprendendo le principali criticità che coinvolgono il settore dell’assistenza dei pazienti parzialmente o non autosufficienti e iniziando a ipotizzare alcune proposte per valorizzare il ruolo delle nostre Rsa, cogliendo alcune opportunità che ne farebbero emergere ulteriormente il carattere di centralità nell’erogazione dei servizi sanitari per il territorio all’interno del quale sono inserite.

Proprio in ragione della loro distribuzione capillare sul territorio trentino, queste strutture non dovrebbero limitare la propria azione alla esclusiva residenzialità degli ospiti, ma dovrebbero rivolgere il loro impegno anche all’esterno, ovverosia dovrebbero essere messe nelle condizioni di poter erogare funzioni aperte ai cittadini residenti nel territorio di riferimento, al fine di coadiuvare le funzioni degli ospedali di valle e della medicina territoriale, rendendo il servizio sanitario/assistenziale/riabilitativo un’opportunità capillare. Da qui la necessità d’investire risorse per sviluppare – all’interno di queste strutture – degli spazi da dedicare alle attività ambulatoriali dei professionisti sanitari (medico di medicina generale, infermiere, psicologo, nutrizionista, assistente sanitario laureato e del fisioterapista) e all’attività di socializzazione degli anziani non residenti.

La Rsa/APSP che si trasforma, di conseguenza, in un centro servizi a favore della popolazione residente nell’ambito territoriale in cui è inserita, in grado di diventare altresì una struttura di riferimento per il coordinamento delle cure e dell’assistenza domiciliare. In quest’ottica, per fornire l’adeguato supporto al personale interno, andrà realizzata un’adeguata integrazione tra l’assistenza pubblica e iniziative di volontariato e di privato sociale che operano sul territorio. Oltre a ciò, le Rsa/APSP andranno dotate di uno sportello che informi e accompagni pazienti e familiari a districarsi nella miriade di norme e nella mole di burocrazia da cui dipendono l’accesso ai servizi territoriali, l’accesso agli ausili e ai presidi da erogarsi amministrativamente in maniera diretta, semplificando l’attività professionale del medico curante. Questo, oltre a favorire l’ottimizzazione di risorse professionali ed economiche, trasforma le RSA/APSP in opportunità per tutti i cittadini in stato di bisogno del territorio in cui sono inserite. Oltre a ciò all’interno di queste strutture dovranno trovare spazio ambienti specializzati nella terapia del dolore e nella cura dei pazienti terminali.

Un ruolo centrale e di valorizzazione, quello previsto per le APSP all’interno della riorganizzazione della sanità territoriale trentina che vuole rispondere alle sfide – presenti e future – derivanti dal progressivo e inevitabile invecchiamento della nostra popolazione. Si consideri infatti che, se nel 2020 gli over 65 rappresentavano il 21,5% dei trentini, le rilevazioni ISPAT ci dicono che nel 2030 si prevede che questo dato sfiori il 25% (un quarto della popolazione). Il Trentino e le sue Rsa sono pronte per affrontare queste sfide al meglio.

Cons. Claudio Cia – Presidente del Gruppo Consiliare Fratelli d’Italia

L’articolo su “Il T” del 17.10.2023:

La lettera su “L’Adige” del 21.10.2023:

Esito dell'iniziativa

 

Lettera inviata ai Direttori dei quotidiani locali il 16.10.2023.

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