Nuovo successo giudiziario per Claudio Cia, che vede concludere positivamente un altro procedimento a suo carico con l’archiviazione del procedimento.
Le sue perplessità sul PRG di Cavedago, sollevate con due interrogazioni rivolte alla Giunta provinciale nella precedente legislatura, gli erano costate due querele da parte del Sindaco Silvano Daldoss che le aveva ritenute diffamatorie. Con i suoi interventi Cia chiedeva conto alla Provincia del perché quella variante al PRG sembrasse riguardare esclusivamente sindaco e parenti. «Le interrogazioni del consigliere Claudio Cia sono poco credibili», aveva dichiarato il Sindaco a mezzo stampa con una certa boria. Dopo le interrogazioni del consigliere di AGIRE per il Trentino l’approvazione del PRG era stata però bloccata dalla Provincia, e infine approvato con modifiche puntuali che escludevano tutte le nuove zone residenziali messe in dubbio nelle interrogazioni del consigliere, nonché eliminando degli “asterischi” che permettevano il cambio d’uso di depositi agricoli, tra i quali quello dello stesso sindaco.
Il provvedimento di archiviazione è stato emesso dal Tribunale di Bolzano in quanto, insieme a Cia, il Sindaco di Cavedago aveva tirato in ballo anche Alberto Faustini, allora direttore del quotidiano “Trentino”, sul quale era stato pubblicato un articolo che riportava i contenuti dell’interrogazione del consigliere provinciale. Il Giudice Emilio Schönsberg non è entrato nel merito dei contenuti, seppur i fatti abbiano dato ragione a Cia, ma ha semplicemente rilevato che, come previsto dall’art. 122 della Costituzione e dall’art. 48 bis dello Statuto speciale per l’Autonomia, un Consigliere non può essere chiamato a rispondere delle opinioni espresse nell’esercizio delle proprie funzioni. Tale “insindacabilità” ricade anche sull’allora direttore del quotidiano, che ha riportato esclusivamente i contenuti di un’interrogazione provinciale.
Quanto ritenuto “diffamatorio” dal Sindaco, era semplicemente il legittimo esercizio delle funzioni politiche previste per un Consigliere provinciale, tramite i mezzi istituzionali a ciò deputati. Il Giudice ha stabilito che la notizia di reato “va pertanto valutata come infondata”, disponendo l’archiviazione del procedimento. Una bella batosta per il sindaco di Cavedago, che aveva denunciato due volte per diffamazione il consigliere. «Sono stato accusato di aver sollevato argomentazioni strumentali, non veritiere e pretestuose, – dichiara Claudio Cia -, ma le mie interrogazioni partivano tutte da documentazione originale e autentica».
Cia ci tiene ad aggiungere un aneddoto: «Per far comprendere con che personaggio ho avuto a che fare, dico solo che nel giorno del mio matrimonio si è preso la briga di inviarmi un messaggio WhatsApp con la foto della denuncia e la scritta “Auguri! Felice matrimonio!”, ma ormai sono abituato a persone convinte che la loro carica politica gli attribuisca un diritto di intoccabilità, e quando trovano qualcuno che gli scompiglia le carte in tavola perdono la pazienza e utilizzano le denunce in forma intimidatoria o vendicativa. Queste denunce sono per me una “certificazione” che, non potendomi fermare con lusinghe e piazéroti, evidentemente provano a fermarmi in altri modi».
Soddisfazione da parte del consigliere di AGIRE per il Trentino, che riassume le cause trascorse: «Ricordo il successo nella causa per una presunta fuga di notizie sensibili nel “caso termoculla” avviato dall’Azienda Sanitaria, l’assoluzione per il “caso firme” alle ultime elezioni comunali, l’annullamento da parte della Commissione Centrale del Ministero della Salute del procedimento disciplinare avviato dall’ex Presidente IPASVI Luisa Zappini, l’archiviazione nel caso delle foto pubblicate nel corso di un arresto vicino a Piazza Dante, o la più recente assoluzione nel procedimento avviato per iniziativa dell’allora Dirigente del dipartimento istruzione Livia Ferrario».