Signor Direttore, nel 2009 la giunta comunale di Trento è stata impegnata dal consiglio comunale (38 voti favorevoli, nessun contrario, 7 astenuti) a recepire la proposta dell’allora consigliere Marco Sembenotti, della Civica per Trento, di differenziare il costo della tariffa oraria per l’asilo nido quando il bambino è assente per malattia.
Finalmente, dopo molteplici tentativi, siamo riusciti a porre un freno alla mano dell’esattore. Così a partire dal settembre 2010 vengono applicate le riduzioni delle rette pari al 33,33% per tutti i giorni di assenza, al 66,66% in caso di assenza per malattia certificata e al 100% per tutti i giorni in caso di ricovero ospedaliero.
Prima di allora il pagamento di questo servizio non prevedeva eccezioni e la famiglia doveva onorarlo anche quando non ne beneficiava. Ora, in nome della politica dell’austerity, questa conquista e gli impegni assunti stanno per essere sepolti con l’obiettivo di garantire alle casse del Comune una rendita di 80mila euro all’anno.
Dall’inizio della consiliatura, questa giunta nulla ha proposto a favore della famiglia, e questo ritornare sui propri passi, dagli impegni presi, per riproporre il passato, la dice lunga sull’attenzione ad essa riservata: la famiglia trattata come il forziere da cui attingere a piene mani per fare cassa, non importa se questo viene fatto speculando, anche, sulla malattia dei figli. Questo agire contrasta con la politica che non si nega quando deve recuperare e garantire risorse per la «cementificazione» della città, per far fronte alle innumerevoli aspettative dei molti amici che contano e per rincorrere opportunismi a fini politici.