L’aumento del prezzo dei materiali edili, tra Superbonus e crisi delle esportazioni

Negli ultimi mesi abbiamo assistito da un lato ad un rincaro spropositato dei prezzi delle materie prime utilizzate in edilizia e dall’altro alla grande difficoltà per le imprese e gli artigiani trentini a reperire tali materiali sul mercato. L’emergenza Covid-19 ha finito infatti per mettere in luce tutti i limiti della globalizzazione, con le aziende che negli anni hanno delocalizzato la loro produzione verso Paesi in cui la manodopera costava meno che ora non riescono più a garantire l’esportazione del loro prodotto nelle quantità richieste. Ciò ha portato ad un aumento esorbitante nei prezzi dei materiali, delle materie prime e delle apparecchiature rispetto anche solamente ad un anno fa. Ad appesantire ulteriormente il tutto è arrivato anche il Superbonus nazionale, il quale ha finito per drogare la domanda di materiali edili, aumentandone notevolmente il costo e innescando speculazioni.

Va evidenziato che, se da un lato gli effetti benefici del Superbonus sono ancora tutti da scoprire (a metà maggio il numero di interventi approvati in Trentino – Alto Adige erano 222, per un ammontare ammesso a detrazione di 27,5 milioni di euro), quello che è certo è l’aumento del carico di lavoro per gli Enti locali (Comunità di Valle e Comuni) che – tra Commissioni paesaggistiche e Commissioni edilizie – hanno visto crescere di molto il numero dei progetti da esaminare. E’ poi di tutta evidenza come gli Uffici tecnici dei Comuni trentini, proprio a causa del Superbonus che richiede che la situazione degli immobili sia in regola e priva di abusi, siano stati sommersi negli ultimi mesi da centinaia di richieste di sanatorie. In assenza di una normativa provinciale che individui chiaramente la sanzione pecuniaria per le opere abusive (la l.p. 1/2008 stabilisce infatti un range tra 1.500 e 6.000 euro, senza identificare i criteri che giustificherebbero l’applicazione dell’importo minimo/massimo oppure calmierato, ad esempio in base alle unità immobiliari coinvolte oppure alla potenzialità di tali unità immobiliari), e con pochi Comuni che hanno proceduto negli anni a regolamentare i criteri per comminare tali sanzioni, il rischio è da un lato che – per velocizzare le pratiche – esse vengano applicate in maniera arbitraria e dall’altro che i cittadini siano costretti ad attendere l’emanazione di un regolamento ad hoc da parte del loro Comune per procedere con i loro interventi.

Per quanto riguarda invece il capitolo degli appalti pubblici – essenziale (assieme all’edilizia privata) nel trainare la ripresa economica – occorre tenere in considerazione il fatto che in caso di appalti importanti, dove l’offerta è stata fatta anche solo qualche mese fa, le stazioni appaltanti difficilmente avranno la volontà di rivedere i prezzi per andar incontro ai privati. E’ poi da sottolineare come le imprese trentine si trovino in questo momento a dover fare delle offerte con prezzi in costante aumento e con listini che variano al rialzo ogni due settimane. In questa situazione, il prezzario provinciale per i lavori pubblici approvato nello scorso dicembre risulta inadeguato visto che se da un lato ha riconosciuto l’aumento dei costi generali, in molti casi sulle singole voci reca importi più bassi anche semplicemente rispetto a Regioni limitrofe alla nostra.

Ritengo pertanto sia necessaria una seria riflessione a livello provinciale, perché se è vero che la Provincia non può avere alcuna influenza diretta sul costo dei materiali edili, è altrettanto vero il fatto che dobbiamo mettere in campo tutte le azioni necessarie per snellire le procedure burocratiche, aiutare gli Enti Locali ed evitare che le imprese e gli artigiani trentini attive nel settore costruzioni che hanno investito assumendo giovani (nonostante la difficoltà a trovare manodopera specializzata e auspicando in un rafforzamento, dopo molti anni di crisi) non finiscano per rinunciare agli appalti e ai contratti semplicemente perché non ci stanno più dentro. Per quanto riguarda invece il Superbonus nazionale è evidente che la Provincia, facendo massa critica assieme alle altre Regioni italiane, sarà chiamata a sollecitare il Governo su una proroga, in modo che – con l’aumento del tempo a disposizione per gli interventi – anche i prezzi dei materiali edili trovino un equilibrio.

Cons. Claudio Cia – Fratelli d’Italia

Esito dell'iniziativa

Lettera inviata al Direttore de “L’Adige” il 9 giugno 2021.

L’articolo su “L’Adige” del 10 giugno 2021:

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