Nel suo editoriale di oggi sul quotidiano “l’Adige”, il Consigliere del Partito democratico Luca Zeni parla di Fratelli d’Italia come di una “forza politica che si ispira all’ideologia fascista”, dimenticandosi della discendenza diretta del Pd – mai rinnegata e anzi spesso esaltata alle Feste dell’Unità – dal PCI (Partito Comunista Italiano), passando attraverso le due parentesi Pds e Ds.
Questo è un dato di fatto incontrovertibile, così come il viscerale anticomunismo (che va di pari passo all’antifascismo) che ha sempre animato la Südtiroler Volkspartei (SVP), che trova la sua linfa nel valore che questo partito ha sempre riconosciuto alla proprietà privata in una terra contadina, alle sue radici cristiane, ma soprattutto nel ruolo giocato dal blocco comunista sul mantenimento del confine italiano al Brennero nel secondo Dopoguerra (rendendo di fatto impossibile l’esercizio del principio di autodeterminazione dei popoli) e sulla stipulazione dell’Accordo di Parigi del 5 settembre 1946. Si ricordi infatti che – fino al Trattato di Stato austriaco del 1955 – l’Austria era stata sottoposta all’occupazione militare alleata, impossibilitata quindi nell’esercitare appieno la propria sovranità soprattutto dall’URSS che chiedeva, per la smilitarizzazione, una dichiarazione di neutralità. Ciò portò più volte i politici sudtirolesi all’interno del Parlamento italiano e l’ex cancelliere federale austriaco Bruno Kreisky a denunciare il fatto che l’intesa tra De Gasperi e Gruber fosse stata siglata quando l’Austria non era un Paese libero ed autonomo. L’anticomunismo dell’SVP è un fatto storico riconosciuto da tutti, eppure mi sembra che non abbia impedito a nessun membro del Partito democratico di sedere nelle più alte cariche della nostra Regione (per citarne due, la diessina Margherita Cogo, Presidente della Regione dal 1999 al 2002 oppure l’ex Assessore regionale Violetta Plotegher).
Finge poi di non conoscere la legge il Consigliere Zeni – lui che di lavoro sarebbe avvocato – quando parla di Fratelli d’Italia come di una “forza politica che si ispira all’ideologia fascista”. Se così fosse, il partito di cui faccio parte – che esiste da solo otto anni e che più volte ha partecipato a competizioni elettorali (a riprova del suo carattere democratico) – sarebbe stato sciolto per effetto della Legge Scelba che dà attuazione alla XII disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana. Gli suggerisco di documentarsi meglio prima di scrivere idiozie, e se non le ha scritte lui di togliere la penna al suo scrivano.
Ci tengo, in conclusione, a ribadire come la nostra speciale Autonomia – della quale mi onoro di essere un rappresentante eletto all’interno dei Consigli provinciale e regionale (a prescindere dal ruolo istituzionale da me ricoperto) – sia e debba rimanere refrattaria a tutti i tipi di totalitarismo, tanto i fascismi, quanto i comunismi. Queste ideologie, tanto popolari quanto letali nel secolo scorso, sono per forza di cose centraliste e quindi nemiche della nostra Autonomia e della libertà del popolo del Trentino-Alto Adige/Südtirol.
Cons. Claudio Cia – Fratelli d’Italia
Il mio intervento sul quotidiano “l’Adige” del 6 gennaio 2021: