Viviamo in un momento storico difficile sotto molti aspetti. Preme qui discutere in relazione al blocco dei finanziamenti che ha duramente colpito e messo in ansia decine di associazioni che portano avanti progetti di solidarietà internazionale. Nei giorni scorsi l’assessore alla Cooperazione Internazionale Sara Ferrari ha avuto la premura di recapitare una lettera alle varie realtà coinvolte dalla perniciosa decisione. In essa, da un lato si cerca di fornire traballanti rassicurazioni, dall’altro si adduce il presunto motivo in base al quale la Provincia avrebbe per così dire “le mani legate”, ovvero l’incombenza del Patto di Stabilità, un patto che imporrebbe strettissimi margini al bilancio dell’amministrazione.
Non si vuole contestare l’innegabile pressione esercitata dalle nuove regole in materia tributaria e nemmeno demolire in toto le argomentazioni fornite dall’assessore. I problemi qui sollevati sono di diversa natura e ineriscono al mancato rispetto di basilari regole di procedura. Innanzitutto le Associazioni non sono state informate in via diretta del blocco dei finanziamenti, né al momento dell’approvazione dei progetti, né in seguito, quando sono state consegnate le rendicontazioni per gli stati di avanzamento o per i saldi. Ciò ha comportato un vulnus per quegli operatori che, – avendo come fonte di certezza l’esistenza di una delibera esecutiva -, hanno avviato i relativi progetti contraendo prestiti bancari o addirittura ipotecando la propria casa.
Il secondo punto cruciale è dato dalla modalità con cui il problema verrebbe affrontato. Sebbene l’assessore ribadisca che le scelte e le priorità sono indirizzate in favore di saldi e conclusioni di progetti pluriennali già in essere, duole constatare che in realtà continuano ad essere emessi nuovi bandi, il che provoca in automatico il venire in essere di ulteriori disagi economici non di poco conto. La Provincia ha assunto un impegno finanziario certo e come tale va liquidato. Ad esempio una strada percorribile potrebbe essere la creazione di una convenzione con gli istituti di credito, per tamponare il deficit dell’ente pubblico ed apprestare un primo soccorso alle associazioni indebitate. La soluzione va trovata: onorare un patto è sì un obbligo giuridico ma prima di tutto un dovere morale.
Premesso quanto sopra, si interroga il Presidente della Giunta provinciale per sapere:
- quando intende procedere con il saldo dei contributi arretrati, considerato che le associazioni hanno intrapreso ogni loro attività in fede di una delibera provinciale;
- se non ritiene opportuno bloccare i nuovi bandi per dare la precedenza ai progetti già avviati, come peraltro dichiarato (e tuttavia non ottemperato) nel secondo paragrafo della lettera inviata il 21 agosto u.s. alle associazioni trentine di cooperazione internazionale;
- se non ritiene opportuno stipulare una convenzione urgente tra PAT, Casse Rurali e istituti di credito per il sostegno economico alle Associazioni di solidarietà internazionale, come già sta avvenendo per le imprese (si veda a tal proposito la Delibera della Giunta Provinciale del 16 marzo 2015);
- se non ritenga opportuno stabilire una proroga per la rendicontazione dei progetti che sono stati finora colpiti dal ritardo dei contributi, in modo tale da ripristinare nelle associazioni quel clima di serenità utile a far decollare i tanti progetti ingolfati.
A norma di regolamento, si chiede risposta scritta.
Cons. Claudio Cia