Appaiono beffarde le parole del Sindaco che, in occasione della presentazione del Bilancio di previsione 2014, per preparare i cittadini a nuovi sacrifici, aveva dichiarato che «la lunga stagione che stiamo vivendo è la stagione della scarsità e dell’incertezza» e che «niente è più come prima dal punto di vista delle disponibilità finanziarie».
Sarà anche vero ma pare che le disponibilità non conoscano ristrettezze quando a beneficiarne sono politici e affiliati. Eh sì, mentre in Consiglio comunale ci veniva detto che «la principale difficoltà, in una fase di risorse pubbliche decrescenti, è quella di accettare che “soldi non ce ne sono più”» a Palazzo Geremia Sindaco, Assessori, Presidente del Consiglio e Dirigenti – tutta gente con “poveri” stipendi – si facevano gli auguri di Buon Natale, non con la tradizionale fetta di panettone e un bicchiere di spumante, ma con un vero e proprio buffet con tanto di strudel salati, assaggi di formaggio, riso con pollo, straccetti di pollo, grana in scaglie, torta tenerina… e come bevande prosecco ecc…
Chi ha pagato tutto questo ben di Dio? Beh, loro no perché sono al servizio del popolo, dunque ha pagato il popolo: 880 euro, cari auguri miei!
Risulta poi di cattivo gusto cercare di giustificare tale spesa argomentando che, attraverso essa, si è coinvolta una cooperativa che lavora con persone in situazione di svantaggio con esigenze di inserimento nel mondo lavorativo. Mai come in quest’occasione la “carità” appare ripugnante ed umiliante e le tante miserie umane vengono usate e rese funzionali per giustificare l’agire di pochi. Se paragonati al totale del bilancio complessivo di previsione del 2014, che è di oltre 304 milioni di euro, quelli usati per il buffet sono briciole ma non lo sono per i tanti che, come Lazzaro, vivono di briciole e ai potenti non disdegnano di manifestare la loro povertà; però a loro viene sempre chiesto di presentare l’ICEF anche per avere le briciole. Ad esempio a Trento sono oltre 6000 le persone che vivono con meno di 500 euro al mese e molte altre neppure questi.
Eppure, in Consiglio comunale il Sindaco sembrava crederci quando recitava che «il messaggio, che deve arrivare forte e chiaro, è duplice: ciascuno deve farsi carico di una quota di sacrifici; i sacrifici devono essere ricondotti ad un equilibrio dal quale emerga in maniera netta qual è l’interesse collettivo e qual è l’equità che si intende perseguire». Il messaggio che invece ci arriva da questa vicenda è che, a questa Amministrazione, manca la mentalità che genera l’abitudine al bene comune e all’equità.
Premesso quanto sopra si chiede al signor Sindaco:
- se non ritenga che il suo agire sia in contrasto con le sue parole e che questo tolga credibilità alla sua persona e all’azione di governo;
- se non ritenga immorale chiedere sacrifici ai cittadini, dire che “soldi non ce ne sono più” e nel contempo festeggiare usando denaro pubblico;
- se Lei, Assessori, Presidente del consiglio e Dirigenti vivete in uno stato di tale indigenza da non potervi permettere di acquistare qualche panettone e spumante per scambiarvi gli auguri senza dover addebitare tale spesa ai cittadini;
- se può indicare quanto è stato speso, per la stessa ricorrenza, negli anni 2009, 2010, 2011, 2012 e 2013.