Nelle scorse settimane ho ricevuto numerose segnalazione da parte di pazienti o di loro familiari circa il fatto che, presso alcuni ospedali trentini, sia ritornato di prassi nei reparti di degenza collocare uomini e donne nella medesima stanza. Ciò appare non adeguatamente rispettoso della persona e si rivela tanto più sconveniente considerando che trattasi di soggetti che si trovano in una particolare condizione di sofferenza e di debolezza a cui si sommano inevitabilmente fatica, inquietudini e preoccupazioni dovuti alle loro condizioni. Non sfugge infatti a nessuno il fatto che un paziente ricoverato in ospedale viva in maniera acuta la necessità di vedere tutelata la propria privacy, pur in un contesto popolato da una specifica comunità composta da diversi operatori che prestano un servizio professionale, dagli altri pazienti e dai visitatori. Anche per questo motivo, le progettazioni dei nosocomi negli anni si sono orientate progressivamente verso la riduzione del numero di pazienti che condividono la medesima stanza nei reparti di degenza. Dell’attenzione alla privacy dei singoli pazienti ha tradizionalmente fatto parte – con l’eccezione di unità operative quali la rianimazione o la terapia intensiva – una loro distribuzione che preveda stanze maschili e stanze femminili.
Già nella scorsa legislatura avevo attirato l’attenzione della politica provinciale sul tema. Nella giornata di oggi il Consiglio provinciale ha approvato una mia proposta di Ordine del Giorno che impegna la Giunta a ribadire le indicazioni di legge all’Apss affinché sia stabilito che, ove non sussistano situazioni di grave urgenza e fatta eccezione per l’Unità Operativa di Rianimazione e Terapia Intensiva, la distribuzione dei pazienti nei singoli reparti di degenza degli ospedali trentini rispetti la distinzione fra stanze femminili e maschili mediante la riorganizzazione dei reparti interessati.
Cons. Claudio Cia – Presidente del Gruppo Consiliare di Fratelli d’Italia