Pur consapevole di essere facilmente frainteso e male interpretato non mi sottraggo dall’evidenziare che l’amministrazione comunale di Trento, negli ultimi 10 anni (dal 2001 al 2010), ha speso oltre 2 milioni di euro a favore della popolazione sinta e rom di Trento. Di questi, 1.692.712,52 euro sono stati spesi per la gestione del campo sosta di Ravina e attività di accompagnamento educativo e mediazione culturale e sociale, e 315.606,73 euro sono stati spesi per l’erogazione di sussidi economici mensili elargiti alle famiglie affinché mandino i loro figli a scuola.
Partendo da quest’ultimo dato ho voluto verificare quali frutti abbia prodotto tale investimento ed ho constatato che l’assessorato competente non sa indicare quanti sono i ragazzi del campo che hanno iniziato il percorso scolastico. Lascia però esterrefatti lo scoprire che, nonostante l’importante impegno economico, nessuno sa quanti di questi hanno portato a termine la scuola dell’obbligo: siamo praticamente davanti ad un investimento di cui non è dato sapere il risultato. In qualunque altra realtà una tale imprudente gestione di denaro sarebbe stata oggetto di immediato congedo dell’amministratore. Questa situazione tragicomica si è conclusa con la sospensione dell’erogazione dei sussidi a partire dall’aprile 2011. Ciò non toglie che, nel frattempo, sia stato impropriamente usato denaro pubblico, siano stati “ignorati” dall’amministrazione comunale tutti gli altri ragazzi che abitano la stessa città e le cui famiglie rispettano le normative sulla frequenza scolastica obbligatoria.
La cifra di 1.692.712,52 euro impiegata per la gestione del campo e per una politica di integrazione dei suoi abitanti nel contesto cittadino, ai fatti dimostra di essersi conclusa con un vero fallimento: la struttura del campo si presenta come una realtà fatiscente, i suoi occupanti vivono in città ma di fatto segregati, cosa che li rende, agli occhi della maggior parte dei cittadini, “estranei”. Con tutto ciò che tale status comporta.
In conclusione la politica assistenzialista, fine a se stessa, non ha portato a nulla se non ad aumentare la dipendenza dai servizi sociali, creare aspettative di ulteriori interventi pubblici e alimentare il disagio sociale.
L’assistenzialismo di cui sopra è anche un elemento di attrazione nei confronti di altre famiglie nomadi che, in effetti, si sono portate sul nostro territorio dando origine a nuovi campi non autorizzati (ad esempio nei pressi della rotonda dei Martiri di Nassyria, ecc…) che presentano caratteristiche di criticità (mancanza d’acqua, di servizi igienici, di energia elettrica, ecc…) ancor peggiori rispetto a quelle presenti nel campo nomadi di Ravina.
In questi anni si è dunque assistito ad una tale stratificazione di sfiducia reciproca che è ora difficile da erodere nonostante la stragrande maggioranza dei cittadini sia per natura e cultura aperta ed accogliente.
Premesso quanto sopra si propone al Consiglio Comunale di impegnare il signor Sindaco e la Giunta:
- a sospendere, da subito, da subito, ogni tipo di impiego di denaro pubblico destinato al campo sosta di Ravina (costo preventivato per il 2012: 178.580,13 euro);
- ad elaborare, assieme ai gruppi i politici di opposizione, una nuova modalità di approccio a questa realtà che abbia come obiettivo quello di liberare l’etnia sinta e rom dalla dipendenza assistenzialista e di porre le basi per una vera emancipazione ed integrazione nella città e con la città;
- a garantire alla città che non saranno più permessi campi nomadi non autorizzati, ma soprattutto privi di servizi che rendono la vita umana di chi li abita spogliata di ogni dignità.