Ci preme affrontare con realismo e senza polemiche strumentali un tema sensibile per i cittadini che si trovano in stato di indigenza, esclusi dalle promesse dei partiti, costretti a vivere in povertà, privati della loro dignità di persone. Su segnalazione di alcuni residenti e a seguito di un mio sopralluogo, ho avuto modo di visitare un campo Sinti abusivo, presente nella località di Roncafort da oltre 5-6 anni. Il campo è collocato sul suolo demaniale ed è di proprietà sia della Provincia che del Comune.
Le persone ivi stazionate sono poche decine, perlopiù nuclei familiari. Moltissimi sono i bambini. Come basi d’appoggio utilizzano alcune roulotte e camper collocati a pochi metri dalla pista ciclabile. Mi preme innanzitutto evidenziare le assai precarie condizioni igienico-sanitarie di queste persone e i concreti pericoli di malattie delle quali rischiano di essere contagiati. Il terreno circostante è disseminato di deiezioni umane, carta igienica, rifiuti. Non ci sono bagni, né acqua, né luce, né gas. Chi vi abita utilizza rudimentali sistemi di recupero dell’acqua del fiume Adige per lavarsi. Occorre poi rilevare la promiscuità del luogo: cani randagi, gatti e galline convivono giorno e notte con gli abusivi.
In seconda analisi voglio soffermarmi sulle molte responsabilità della Provincia, sui suoi comportamenti omissivi, sulla connivenza dimostrata nei confronti di una manifesta situazione di illegalità. Come mai la maggioranza è solidale a parole con gli stranieri, ma non nei fatti? Come mai afferma di essere paladina dei valori (cristiani e umani) di ospitalità e solidarietà ma poi si risolve nell’attuare un becero buonismo che produce il solo risultato di offendere la dignità della persona?
Pare che a Trento prevalga l’anarchia, la mancanza di regole. Se la politica che la Giunta vuole intraprendere è di lasciare spazio all’anarchia, allora le conceda la giusta dignità. La Provincia dimostri di essere realmente buonista nei suoi intenti di accoglienza tanto propagandati sui mezzi d’informazione: conceda servizi igienici, controlli sanitari, acqua, gas e luce gratis. Io ritengo invece che si debba procedere diversamente. Se la politica appare passiva di fronte a situazioni d’illegalità, essa tacitamente acconsente alla sconfitta del diritto e del principio che le regole debbano valere per tutti. Occorre fare una seria riflessione e decidere come gestire la situazione. Infatti si avvicina l’inverno, ed è impensabile che adulti e soprattutto bambini vengano abbandonati al freddo.
Due sono le alternative: rimuovere il campo abusivo e così ripristinare la legalità, oppure dotare di servizi il campo, rinunciando però al rispetto delle regole. Se aderiamo alla seconda ipotesi, allora trovo che sia giusto estendere il regime di aiuti anche agli anziani in difficoltà, ai giovani, ai padri separati, ai disoccupati, senza appellarsi all’ICEF e quant’altro. È evidente che non possiamo essere così elastici con una parte della popolazione e molto rigidi con un’altra parte che abita il nostro territorio.
Il buonismo produce ingiustizie, disagio sociale ed insofferenza tra i cittadini che non si vedono riconosciuti gli stessi privilegi, dunque è da ripudiare. Non comprendiamo come mai la Provincia consideri i cittadini rispettosi delle regole che normano il vivere di una comunità di serie B, mentre Sinti, Rom e altri immigrati di ogni dove cittadini di serie A. Auspichiamo che la discussione produca una scelta di buonsenso. O la Provincia ripristina la legalità sgomberando il campo, o si dimostri integralmente buonista, dando sostegno a tutti coloro che sono bisognosi, siano essi trentini o stranieri. La solidarietà non può concentrarsi su una categoria a discapito di un’altra.
Ciò premesso, si interroga il Presidente della Provincia autonoma di Trento per sapere:
1. se è a conoscenza dell’esistenza di questo campo abusivo;
2. quali misure intende adottare per fronteggiare questa situazione di disagio;
3. come intende tutelare la salute dei molti bambini che vivono nel campo;
4. se intende procedere con uno specifico sopralluogo dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari che accerti se esistono concreti pericoli di malattie, data la presenza non trascurabile di rifiuti e deiezioni umane;
5. se e come intende promuovere il rispetto della legalità e il recupero del territorio occupato.
A norma di regolamento, si chiede risposta scritta.
Cons. Claudio Cia