Carenza personale sanitario, Cia (FdI): “Dobbiamo avere il coraggio di fare delle scelte, difendere il posto di lavoro dei professionisti sanitari”

Intanto ringrazio l’Assessore per la relazione che ci ha esposto ieri. Non invidio l’Assessore nel ruolo che si trova a ricoprire perché da mesi è un po’ il parafulmine di tutte le criticità che vengono evidenziate, denunciate, a proposito e a sproposito, gli viene addossato un po’ di tutto e di più. Noi dobbiamo essere onesti, sicuramente ci saranno anche delle responsabilità legate a questa Giunta, perché è evidente, non possiamo dire che siamo qui da ieri, però dobbiamo anche riconoscere che alla criticità vecchie semmai sono andate a sommarsi quelle nuove che si sono manifestate anche per l’emergenza sanitaria che abbiamo vissuto e che non è ancora completamente esaurita.

L’Assessore ci ha fatto una carrellata di articoli di giornale che evidenziano come il problema non sia solo locale, ma nazionale ed è vero, ad esempio, a livello nazionale noi sappiamo che mancano 60 mila infermieri, a livello nazionale noi sappiamo che mancano medici, specialisti, quindi, è vero che il territorio di Trento rispecchia una realtà nazionale.

Certo, qualcuno potrebbe dire “sì, è vero, noi però siamo una terra, un territorio con un’autonomia speciale, quindi ci si potrebbe anche aspettare una politica che si differenzia dalla realtà nazionale”. Sì, teoricamente è vero, concordo. Poi dobbiamo essere anche molto realisti se infermieri e medici non ci sono, non è che basta andare in Val Gardena a prenderli, per capirci. Quindi, è una criticità che in effetti noi ci portiamo dietro da molto tempo.

Vorrei ricordare che io nel 2016 o 2017, non ricordo, avevo portato all’attenzione di quest’aula come ogni giorno in Azienda sanitaria mancavano per vari motivi 300 infermieri ed era un dato che mi aveva fornito l’Assessorato di allora. Anche allora avevamo situazioni di grande criticità nel garantire servizi. Vorrei ricordare, me ne ero occupato personalmente, che, ad esempio, nel 2016 una donna ha dovuto per essere trattata di tumore andare in Veneto perché aveva un’attesa per il trattamento di tumore di 65 giorni per poter essere operata. Ma questo non per dire “è colpa del passato”, no. Ma per evidenziare che è una somma di criticità che purtroppo si tramanda da anni e che a queste vecchie si sommano quelle nuove.

Per quanto riguarda il personale, certo c’è chi dice “se ne vanno”, c’è chi dice “no, non se ne vanno”: dove sta la verità? Io prendo alcuni dati che sono stati forniti dall’Azienda sanitaria in cui parla che, ad esempio, nel 2021 abbiamo avuto cento mila giornate di assenza per malattia degli operatori. Cosa vuol dire questo? che noi abbiamo avuto un’assenza per malattia di almeno trenta giorni per ogni infermiere all’anno, cioè, ogni infermiere all’anno si è assentato almeno trenta giorni e precisamente 33 giorni. Questo per evidenziare che, vuoi per il carico di lavoro, vuoi l’età dei stessi lavoratori, è evidente che poi i stessi operatori, i stessi infermieri si assentano perché non ce la fanno.

Un altro dato interessante, che dimostra come il carico di lavoro c’è e come, è che, ad esempio, nel 2021, un dato parziale perché non è praticamente completo in quanto la banca ore che viene trattenuta di straordinari si evidenzia soprattutto completa dopo i due anni, ossia quando si decide quali si possono recuperare e quali no delle ore di straordinario. Bene, abbiamo avuto un esborso di quasi 5 milioni di euro e ripeto, è un dato parziale. Questo a dimostrazione che se ci sono i straordinari, vuol dire che c’è il carico di lavoro e come c’è questo carico di lavoro.

Allora, questo per dire che non possiamo nasconderci dietro a un dito. Il problema del personale è un problema reale e noi sappiamo come spesso si possano addolcire certi dati, perché spesso c’è il rischio che per essere autoreferenziali non si è neanche veritieri del tutto.

Quello che io vorrei rammentare è che noi siamo preoccupati di essere attrattivi, ma noi prima di essere attrattivi dovremmo preoccuparci di fare in modo che il nostro personale non se ne vada, perché quando va via un operatore perché è esasperato perché fa turni di dodici ore, perché magari vive situazione in un ambiente tossico e abbiamo visto che l’ambiente tossico è anche a Santa Chiara, si è manifestato anche in un reparto dove in teoria la vita dovrebbe farla da padrone e anche allora ricordo che fu detto che il turn over dei ginecologi – se n’erano andati nell’arco di poco tempo, dodici ginecologi – ci fu detto “è un turn over fisiologico”, la stessa cosa che ci hanno detto per il personale infermieristico. No, poi si è rivelato che era un turn over patologico e quello che a me dispiace è che chi allora disse questo, per quanto riguarda la ginecologia, sono gli stessi che ci dicono che va tutto bene per quanto riguarda il comparto dell’assistenza infermieristica.

Allora, dobbiamo sicuramente guardare in faccia la realtà, non aver paura di ammettere le difficoltà, che non vuol dire che queste difficoltà sono dovute alla negligenza, alla volontà disfattista di qualcuno, ma è un fatto legato a fatti storici che si sono accumulati nel tempo. Fin quando poi non lo riconosciamo, non saremo neppure in grado di affrontarlo.

Poi lasciatemi dire un’altra cosa, vedete, noi abbiamo letto in questi giorni un’attenzione particolare per quanto riguarda nuove strutture, penso all’ospedale di Cavalese che anche oggi sulla stampa è riportato, noi siamo in una crisi di personale, ci manca personale e noi andiamo a proporre una cittadella che vorrei ricordare che dal 16 aprile 2021, dove l’operazione veniva quantificata in un costo di 120 milioni euro, il 25 ottobre 2022 questa operazione è quantificata in 280 milioni di euro. Quando poi, non vogliamo dircelo ma ce lo dobbiamo dire, noi non siamo in grado di garantire il personale per far funzionare gli ambulatori dell’attuale ospedale, noi non siamo in grado di garantire il personale infermieristico, medico di varie specialità per far funzionare i vari reparti, però a noi viene in mente di fare una nuova cittadella e dimentichiamo che nell’arco di questi ultimi anni, abbiamo perfino ridotto i posti letto di quell’ospedale attualmente funzionante, a dimostrazione che forse gli spazi ce ne sono e purtroppo anche troppi, perché gli ambulatori sono vuoti, perché la gente si sposta fuori dal territorio, costretta perché mancano i servizi, e così via.

Quindi, se l’emergenza, e credo che questa sia la vera emergenza, è il personale, garantire qualità di vita che consente a un lavoro efficiente a beneficio dei cittadini, dobbiamo avere il coraggio di fare scelte, di porci delle priorità e le priorità in questo momento non sono nuove mura, nuova cementificazione, ma sono difendere il posto di lavoro dei nostri dipendenti sanitari, fare in modo che non se ne vadano, fare in modo che possano operare con dignità il loro lavoro e, soprattutto, fare in modo che non ci siano speculazioni sulle spalle del nostro cittadino.

Cons. Claudio Cia – Presidente del Gruppo Consiliare di Fratelli d’Italia

Esito dell'iniziativa

 

Resoconto stenografico dell’intervento pronunciato nell’aula del Consiglio provinciale in occasione della Comunicazione della Giunta provinciale n. 51/XVI: “Carenza di personale nel settore sanitario”.

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