“La politica fa schifo”, questa è l’espressione dominante nell’opinione pubblica: il cittadino la percepisce come un corpo estraneo, una sanguisuga che impoverisce. Un pensiero, questo, frutto di un agire della politica che le ha tolto credibilità e cittadinanza. Non dimentichiamoci che, tra i protagonisti di questo agire, c’è anche il Consigliere provinciale Luca Zeni capogruppo del PD che ora, come folgorato sulla via di Damasco, si propone di «promuovere una nuova visione del Trentino ascoltando i cittadini». Meglio tardi che mai!
Il politico dovrebbe frequentare le case in cui vivono le persone, le strade da loro percorse, le scuole frequentate dai loro figli, gli ospedali dove si vive la fragilità umana, i luoghi di lavoro sempre più svuotati da una crisi che umilia la vita dei più deboli, i più esposti! Una realtà che non è capace di testimoniare questo modo di fare politica, non ha nulla di nuovo da dire e da offrire, è una campana il cui suono è già conosciuto, anzi è irritante, finalizzato solo al potere.
Ma il consigliere Luca Zeni dove è stato fino ad oggi, e negli anni che ha trascorso in seno al Consiglio provinciale, le persone sono state davvero la preoccupazione del suo agire politico? E il termine “persona”, mi preme ricordarlo, non è sinonimo di poltrona. Smarcarsi ora da una politica che lo ha visto come una star (altro che start) nel renderci spettatori di azioni che hanno minato la credibilità della nostra provincia, ha il sapore di una crudele beffa che offende i cittadini che chiedono un vero cambiamento!
Forse lui non ricorda, ma noi sì! La politica che ha sostenuto fino ad oggi, ha portato la PAT ad acquisizioni immobiliari con soldi del contribuente trentino (decine e decine di milioni) ove l’interesse pubblico ha ceduto il passo a quello dei soliti noti; alla mortificazione delle comunità locali imponendo loro il carrozzone delle comunità di valle; alla copertura di buchi finanziari con risorse pubbliche senza che i responsabili siano mai stati chiamati a rispondere del loro operato; all’uso di contributi pubblici per le più stravaganti iniziative, mentre nell’ultima finanziaria, votata anche da lui, la Giunta provinciale ha tagliato risorse a scuola, cultura ed assistenza; a follie che rispondono al nome di Metroland, inceneritore, ecc… a debiti che hanno ingessato pericolosamente i bilanci futuri della PAT e molto altro si potrebbe ancora elencare, ma mi fermo qui.