Signor direttore, nella primavera scorsa un’associazione di solidarietà Onlus, attenta ai bisogni della gente, ha presentato una domanda alla direzione della Civica Casa di Riposo di Trento intesa a ottenere, a titolo gratuito, l’arredo di circa 50 stanze delle 240 che erano in funzione prima del trasferimento della stessa in via della Malpensada (S. Bartolomeo) e che attualmente sono in deposito ad ammuffire nella vecchia sede di via S. Giovanni Bosco.
Dopo che questa richiesta per mesi è rimbalzata come una palla dalla direzione della Civica Casa di Riposo al Servizio Economato del Comune di Trento, siamo arrivati a dicembre e a tutt’oggi non si sa se tale richiesta potrà essere o meno esaudita. Questo dover andare «da Erode a Pilato» senza ottenere risposta positiva o negativa, ha impedito di pianificare e organizzare l’accoglienza di persone anziane e sole in una struttura già a disposizione dell’associazione richiedente.
Dopo tutti questi mesi di inutile peregrinare e di attese, si è finalmente venuti a sapere che la decisione di alienare detti arredi spetta esclusivamente all’amministrazione comunale. E allora mi chiedo e le chiedo: questo bendidio che è stato acquistato con denaro pubblico è più conveniente che finisca in una discarica o che venga destinato in tempi rapidi e certi a quanti lo richiedono per essere utilizzato a beneficio di persone che vivono bisogni urgenti e che magari sono anche senza un tetto?