“La nostra gente chiede unità“. Il consigliere provinciale di Fratelli d’Italia Claudio Cia segue l’evolversi delle trattative nel centrodestra, un po’ con fiducia, un po’ con apprensione. E quando ne parla è evidente che misura le parole per non alterare i fragili equilibri. Ma di una cosa è sicuro: gli elettori del centrodestra chiedono unità. Anche perché è quella che ha dimostrato di funzionare. “Siamo uniti a livello nazionale e nella gran parte delle regioni, e quando siamo insieme vinciamo, dimostriamo di essere attrattivi”.
Non è che queste discussioni stanchino gli elettori? Cosa percepisce sul territorio?
“L’obiettivo è quello di valorizzare la coalizione, di rafforzarla, perché è questo che ci chiedono i nostri elettori e questo è anche l’obiettivo di tutti i partiti che rappresentano la maggioranza del Consiglio provinciale. E questo è l’obiettivo del commissario. Lungi da me l’idea di sostituire la mia visione alla sua, ma credo sia anche la sua visione, quella di lavorare per una coalizione allargata e più forte che, sono certo, troverà la quadra di ogni questione aperta”.
Ma lo stallo sembra sempre più consolidato sul candidato presidente.
“Non si tratta di essere fans di uno o dell’altro, ma di trovare la persona che è maggiormente in grado di garantire la collegialità della coalizione, che sia garantire di questa unità”.
Ecco, prendiamo il Presidente Fugatti. Le è stato in Consiglio provinciale in questi anni. Avete avuto rapporti non sempre facili. Può essere garante dell’unità, secondo la sua opinione?
“Ma è una mia opinione personale“.
Va bene.
“Secondo la mia esperienza quel che posso dire è che con Fugatti mi sono scontrato su questioni politiche, con scontri anche importanti, che però non sono mai scaduti in scontri personali. Nonostante io lo abbia fatto anche penare, credo che alla fine abbia riconosciuto la bontà delle mie posizione, genuinamente finalizzate a contribuire al buon governo del Trentino. Quando ero in disaccordo lo ero perché si trattava di battaglie che ritenevo importanti. Mi auguro che chiunque sia il candidato Presidente abbia la capacità di riconoscere chi ha a cuore il Trentino”.
La settimana scorsa sembra che qualche voce si sia alzata, dentro il suo partito, per chiedere di abbassare i toni. Che ne pensa?
“Io che parlo di abbassare i toni, mi fa sorridere”.
Beh, ora mi sembra più moderato di un democristiano.
“Proprio io, che mi scaldo così tanto sulle questioni politiche. Mah, io credo che qualunque sia il tono che si adotta, anche duro, è accettato dai nostri elettori se fa passare il messaggio che tutto è finalizzato a trovare un accordo che rafforza la coalizione. E questo è l’obiettivo finale di tutti, al di là delle schermaglie”.
E fino a quando possono durare queste schermaglie? Si immagina di arrivare all’estate senza intesa sul candidato?
“Oddio, spero di no, i nostri elettori non sopporterebbero questa incertezza e queste tensioni che si colgono dai media“.
Sembrate il centrosinistra che metteva in discussione Rossi. Non è andata bene, per loro.
“Ma è completamente diverso. Cinque anni fa la questione era personale, non politica”.
–
L’articolo su “L’Adige” del 15.02.2023:
L’articolo sul “Corriere del Trentino” del 05.03.2023: