Che i consiglieri regionali del Movimento 5 stelle contestino oggi il ripristino del 7% che era stato tagliato nel 2013 dall’indennità dei Sindaci del Trentino-Alto Adige appare quantomeno curioso, visto che nell’aula del Consiglio regionale, che mercoledì scorso ha votato la proposta inserita nell’assestamento del bilancio, sono rimasti completamente silenti. Il disegno di legge aveva anche superato il vaglio dalla Commissione legislativa competente, senza obiezioni.
Può essere una strategia quella di fare politica sui giornali e non nell’aula del Consiglio regionale, ma farla facendo passare i primi cittadini come una casta di privilegiati, anche no. Dispiace che la polemica arrivi dal consigliere 5 stelle Filippo Degasperi, che tanto si straccia le vesti per per le indennità dei nostri amministratori comunali, mentre nella precedente legislatura non si è fatto tanti problemi a richiedere a questa stessa Regione rimborsi spese come per il viaggio al “Vaffanculo day” di Genova, oppure per fare visita ad attivisti e Meetup locali, o ancora ad un presidio NO TAV…
“L’hanno fatta grossa ancora una volta” scrive lui, evidenziando che il sindaco di Trento guadagnerebbe di più di Virginia Raggi a Roma. Ora, può anche darsi che il sindaco di Trento guadagni più del sindaco di Roma, ma fino a prova contraria credo di poter affermare – con tutti i limiti dell’attuale amministrazione locale e con i problemi che anche a Trento esistono – che qui si stia un po’ meglio che a Roma. E non lo dicono solo i sondaggi locali o nazionali, in ogni ambito, ma anche i giudizi delle agenzie indipendenti di rating, che negli ultimi anni hanno sempre premiato la nostra Regione, non solo grazie a una solida base economica, ma grazie al sistema complessivo derivante dalla nostra autonomia. Per questo dubito che i cittadini trentini farebbero cambio con la gestione romana.
La Regione autonoma Trentino-Alto Adige deve la propria qualità di vita in particolare all’efficacia dell’azione amministrativa, che sul nostro territorio è capillarmente portata avanti da 284 Sindaci (l’87% dei quali amministrano Comuni con meno di 5.000 abitanti), che rappresentano il primo riferimento amministrativo per i nostri cittadini, e come Assessore regionale agli Enti locali sono il loro primo rappresentante. Nell’ultimo decennio le amministrazioni comunali hanno dovuto fare i conti con il costante calo delle risorse, mentre le incombenze sono aumentate, facendo crescere notevolmente il peso dell’amministrazione quotidiana. Abbiamo quindi ripristinato il 7% che era stato tagliato anni fa, tornando di fatto ai livelli del 2010, in modo da poter arrivare al prossimo turno elettorale generale con un nuovo regolamento per il mandato 2020–2025. Nonostante questo la Regione spenderà meno di allora, infatti nel frattempo vi è stata una drastica spinta alla riduzione del numero dei Comuni e di conseguenza anche di sindaci e assessori che ha generato risparmi per oltre 2 milioni all’anno, solo considerando il minor numero di amministratori.
Sin dall’inizio sono stato un forte sostenitore del Presidente Fugatti e della coalizione di centrodestra popolare e autonomista, rappresentando a livello politico il movimento territoriale “AGIRE per il Trentino”, che ha una forte vocazione autonomistica: per noi il rafforzamento dell’Autonomia, passa inevitabilmente dall’efficienza dell’attività amministrativa, che è garantita sul territorio proprio da quei sindaci che fanno di tutto, tra numerose difficoltà burocratiche e il concreto rischio di dover passare il tempo in tribunale. Se c’è qualcuno in Consiglio regionale che nella scorsa legislatura ha dimostrato con i fatti di essere contro ogni privilegio è il sottoscritto (l’unico a non aver mai chiesto un solo centesimo di rimborsi o altri benefici) e qui posso dire con sicurezza che non c’è alcun privilegio. Fare il sindaco, anche di un piccolo comune, è un lavoro a tempo pieno, si è tutti i giorni in prima linea per risolvere problemi concreti, con un impegno in termini di tempo, sacrifici personali e responsabilità che spesso non sono commisurati alla retribuzione. Trovare persone disposte ad impegnarsi per la comunità sta diventando sempre più difficile. Con questo intervento non risolviamo certo i loro tanti problemi, ma facciamo la nostra parte per dimostrare che la Regione riconosce l’importanza di questo ruolo, che ognuno di noi dovrebbe sperimentare per comprenderne le difficoltà. Chi non le ha vissute è il meno titolato a sedere in cattedra a pontificare.
Claudio Cia – Assessore regionale agli Enti Locali
L’articolo sul quotidiano “l’Adige” del 4 agosto 2019: