Claudio Cia non nasconde la sua ambizione. Fare l’assessore provinciale alla Salute gli piacerebbe e si sentirebbe pronto. Anche se aggiunge, ben consapevole della sfida enorme, che: «Forse sono uno scriteriato». Il capogruppo uscente di Fratelli d’Italia, nonché secondo più votato della lista dopo Francesca Gerosa, d’altronde si è sempre occupato di sanità e per cinque anni – pur essendo in maggioranza – è stato anche critico su alcune scelte, come la procedura sull’ospedale di Cavalese. Ora che si ipotizza che nella nuova giunta il presidente Fugatti possa decidere di affidare la sanità a un tecnico esterno, idea che ha suscitato subito le reazioni di Campobase e altri consiglieri di opposizione, Cia dichiara: «Per cinque anni ci hanno detto che la politica era inadeguata ad affrontare il tema della sanità, ora che si ipotizza un tecnico ci dicono che la politica non può sottrarsi alla gestione di questa patata bollente: si mettano d’accordo con i propri neuroni».
«Forse io non dovrei parlare – aggiunge il Consigliere di Fratelli d’Italia – perché sono in conflitto di interessi perché avrei l’ambizione di fare l’Assessore alla Salute, ma penso che il segreto di un buon Assessore sia quello di mettersi in ascolto di chi vive le criticità in questo ambito e nel confronto con gli operatori del mondo sanitario e non solo con i vertici o chi sta dietro a una scrivania, ma con chi è in prima linea, cosa che è un po’ mancata in questa legislatura e nelle precedenti».
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L’articolo su “L’Adige” del 31.10.2023: