L’iniziativa del dirigente dei servizi funerari del Comune di Trento che propone una “caccia al tesoro tra le tombe”, personalmente la considero stravagante e fuori luogo. La cosa positiva, l’unica, è sicuramente portare giovani studenti a visitare il cimitero, i suoi viali e le tante tombe che racchiudono storie vissute. Quella negativa, pensare a questo luogo come ad un museo da visitare, un parco in cui potersi anche divertire, un set teatrale dove recitare e suonare, un laboratorio dove sperimentare come incuriosire a questo luogo. Evidentemente c’è chi non sa distinguere tra il quadro e la sua cornice.
Per me il cimitero è un luogo sacro perché è il luogo del dolore e nessuno può attribuirsi l’autorità di “sconsacrarlo” con iniziative di ogni sorta, anche se proposte con fini nobili. I suoi colonnati sono un recinto intorno al silenzio e le sue lapidi ricordi che volteggiano sulla nuda terra. Non sono pensate e volute per richiamare turisti e visitatori, sono l’espressione d’affetto di chi in religioso silenzio ha affidato alla terra i suoi cari. Un silenzio che vorremo rispettato e onorato da tutti perché il cimitero è lo spazio dove non si può andare normalmente; evoca sempre l’idea della straordinarietà, di ciò che è oltre il quotidiano, ciò che è oltre il normale ed è per questo che non può essere per nessun motivo oltraggiato.
Di siffatto luogo, ai giovani facciamo scoprire il valore del silenzio e del rispetto, del senso del limite e che la vita è in prestito. Per loro potrebbe essere motivo ed occasione per riflettere per cosa valga la pena vivere. Per l’arte, la musica e il divertimento mi pare che a Trento le opportunità da valorizzare non manchino!
Cons. Claudio Cia
L’articolo sul quotidiano “Trentino” del 5 maggio 2017: