L’esperienza del lutto ci fa toccare con mano la fragilità e la temporalità del vivere umano. Il desiderio di non perdere il ricordo e il vissuto di un affetto affidato alla terra, apre al mistero e il pensiero inevitabilmente si rivolge all’infinito, a una dimensione che dona e rafforza la speranza di rincontrare la persona perduta.
Il cimitero monumentale è dunque il luogo dove, forse più di altri, la presenza del religioso è giustificata, cercata e amata dai molti che vi si recano. A lui si rivolgono per confidare, raccontare, sperare e chiedere il ricordo nella preghiera. Tale presenza è una ricchezza che, per la sua specificità, deve poter mantenere caratteristiche di visibilità, accessibilità immediata e massima riservatezza. Oggi, i luoghi d’incontro con questa figura sono la chiesa cimiteriale, i viali e, soprattutto, un piccolo prefabbricato provvisorio collocato all’ingresso del cimitero che funge anche da dimora diurna per il religioso che, nella fattispecie, in questo momento è un frate minore francescano.
Fra non molto tale «baracca» verrà smantellata e il frate trasferito all’interno della nuova sede del servizio funerario. Chi lo vorrà incontrare in privato sarà costretto ad uscire dal cimitero, portarsi al lato destro della struttura, suonare il campanello, attraversare una porta a vetri, prendere un ascensore, salire all’ultimo piano e cercare fra tante porte quella che apre al suo nuovo ufficio che, purtroppo, nulla differisce da quello di un comune funzionario pubblico.
È evidente che chi ha pensato e progettato la nuova collocazione del religioso non ha capito nulla del suo ruolo e della sensibilità delle persone che lo avvicinano. Oso sperare che tale decisione venga rivista per individuare un’area e un luogo diverso (ad esempio lungo il viale centrale alberato si potrebbe collocare un piccolo prefabbricato dignitoso, in legno o altro materiale) che faciliti il contatto diretto col frate, tenga conto delle aspettative e dei bisogni spirituali della gente e sia rispettoso della riservatezza e della delicatezza di chi lo lo vuole incontrare.