La sicurezza (dal latino “sine cura“: senza preoccupazione) può essere definita come la “conoscenza che l’evoluzione di un sistema non produrrà stati indesiderati“. In termini più spiccioli, è sapere che quello che faremo non provocherà dei danni. Mi spiego meglio!
Fino a qualche tempo fa a Trento esisteva un Corpo di Polizia Locale che era costituito da circa 185 agenti impegnati nel controllo del territorio. Ora però le cose sono cambiate e a volerlo è stata questa Amministrazione comunale: il numero complessivo degli agenti è stato notevolmente ridotto, di questi molti si occupano di attività amministrative, altri sono sguinzagliati sulla città come fossero segugi a caccia di contravvenzioni col fine di fare cassa rafforzando così il sospetto che l’etica del loro agire non sia quella di essere al fianco del cittadino, di facilitare il rispetto della legge bensì quella di umiliarlo in nome della stessa legge; ci sono poi gli agenti del Nucleo Operativo (agenti in borghese) che da circa due anni sono relegati negli uffici a smistare carte.
Oggi raccogliamo quanto è stato seminato perché il tempo è galantuomo e puntuale, è padre della verità, e l’esperienza madre delle cose: la sicurezza come diritto e garanzia di libertà non è più percepita dai cittadini come tale che esausti evitano perfino di presentare denunce; sono diminuiti gli agenti ed è aumentata l’insicurezza.
In questo contesto la Trento dei primati si scopre vulnerabile, impreparata e in balia di una politica priva di credibilità, incapace di autocritica che ad ogni acuirsi dell’insicurezza, già così diffusa sul territorio, immancabilmente propone e adotta provvedimenti tampone da effetti speciali, che più che ad affrontare il problema sembrano mirati a chetare gli animi dei cittadini e a prendere tempo.
Non sorprenda dunque, se la gente si affida a soluzioni “fai da te”. In località Salè di Povo ad esempio, da alcuni anni due pensionati si sono assunti il compito di custodire durante la notte il parcheggio pubblico (dove anche loro sostano la macchina) che in più occasioni è stato interessato da atti di vandalismo da parte di ignoti. Chi vi posteggiava non sapeva se al mattino avrebbe ritrovato la propria autovettura integra: gomme tagliate, vetri rotti, specchietti divelti, carrozzerie ammaccate, targhe rubate, ecc… Ora invece la presenza di questa coppia di anziani li fa dormire sonni tranquilli. Sono quasi tre anni che con una pila e tanto coraggio affrontano le notti di ogni stagione. Fiducia e gratitudine sono l’unica moneta che li ripaga delle loro fatiche… e non sono poche!
Se due anziani con la loro presenza riescono a fare prevenzione e a rendere sicuro un rione, cosa impedisce al Comune di fare altrettanto?
Premesso quanto sopra si chiede al signor Sindaco di conoscere:
- se può dirci quanti erano gli agenti all’inizio del suo mandato di Sindaco e quanti ce ne sono attualmente in servizio effettivo sul territorio;
- se ci può dire come concretamente intenda contrastare furti, scippi, atti vandalici, spaccio, aggressioni, atti di ogni specie alcuni dei quali ci riportano con il pensiero agli anni di piombo, ecc visto che il territorio non è presidiato dalla polizia locale;
- se può dirci in modo convincente, come mai gli agenti del Nucleo Operativo non vengono valorizzati per presidiare il territorio e prevenire quanto sopra;
- se non ritenga giunto il momento di dotare il parcheggio in località Salè di Povo di impianto di video sorveglianza per monitorare costantemente la zona come richiesto dai residenti con la raccolta di 190 firme e sgravare di fatiche questa coppia di anziani ridotta a dover vigilare di notte… mentre il Sindaco dorme.