Mi faccio portavoce di molti familiari che non si riconoscono nell’articolo apparso sulla stampa secondo cui “I parenti promuovono i servizi della Civica Rsa”. In particolare non condividono l’esito del presunto sondaggio, tantomeno la metodologia con cui è stato fatto (qualità e rappresentatività delle rilevazioni) e gli affrettati incontri per renderlo pubblico. Tutto ciò fa sorgere il sospetto che siamo di fronte ad un operazione di marketing ben studiata e programmata per giustificare l’imminente richiesta di aumenti delle rette per gli ospiti da parte del consiglio di amministrazione. A detta degli esperti in materia, che hanno visionato il materiale del sondaggio, le rilevazioni fatte dimostrano pervicaci e grossolani errori metodologici. La Civica Rsa sembra avere una soggettiva concezione della “relazione sulla qualità percepita dagli ospiti” (alias utenti-clienti) e dai parenti. Forse non le è chiaro neppure cosa significa il dovere di “saper fare” prima di fare -le statistiche ovviamente-. Evidentemente alla direzione della Civica Rsa non interessa far conoscere la veridicità dei fatti ed evidenziare le criticità, bensì assicurasi un giudizio positivo al suo operato. Il giudicato che si promuove a giudicare se stesso. Se la persona assistita, nella fattispecie l’anziano, non è il soggetto delle nostre preoccupazioni e del nostro agire, non meraviglia scoprire di essere stati presi in giro. Vogliamo avere il coraggio della verità almeno una volta l’anno?
Premesso quanto sopra chiedo al signor Sindaco di sapere:
- Se può indicare a quali professionalità è stata affidata la conduzione del sondaggio sopra citato;
- Se può affermare, senza ombra di dubbio, che questa operazione di marketing non ha come fine ultimo quello di preparare il terreno a nuove richieste per rincarare le rette a carico degli ospiti.