La presidente dell’Associazione nazionale dei dirigenti di Trento, Alessandra Pasini, ha “bocciato” a mezzo stampa l’ordine del giorno che ho presentato sulle cosiddette divise scolastiche, più propriamente per la possibilità che le singole scuole adottino un abbigliamento uniforme d’istituto. Non c’è da stupirsi, il tema ha sempre generato ampi dibattiti tra favorevoli e contrari, ognuno con la sua fetta di ragione, le proprie esperienze e sensibilità. Il tutto va però ricondotto all’essenza della proposta, che da una possibilità in più, non una in meno.
Mi trovo perfettamente d’accordo con la Presidente sul fatto che il tema dell’uniforme scolastica non sia “il problema” di questa riforma e dunque non mi è chiaro il perché dedichi le sue energie a trattare questo argomento. Che sia per distogliere l’attenzione da temi effettivamente più importanti?
Dopotutto la Presidente dei dirigenti Pasini nelle ultime settimane è stata tra i grandi sostenitori della cosiddetta “chiamata diretta” dei docenti – punto più contestato della legge – , novità propagandata dalla stessa come panacea ai problemi della scuola pubblica. Chiaro che un Dirigente non possa che ambire ad un Collegio Docenti selezionato a sua immagine e somiglianza, soprattutto se il Dirigente intende il suo ruolo più come manager di una azienda che come primo tra gli insegnanti.
Ma con quale serenità il docente potrà dare un senso alla propria autonomia didattica? Gli converrà esternare perplessità o proporre migliorie all’interno del contesto lavorativo?
Più che un suo parere sull’abbigliamento, sarebbe interessante sapere se la Dirigente Pasini sarebbe favorevole alla “chiamata diretta” dei dirigenti da parte del Collegio Docenti. Dopotutto non sarebbe male che ogni scuola potesse scegliere il migliore dirigente rispetto al contesto specifico del singolo istituto, sicuramente sarebbe un sistema molto più democratico, visto che l’educazione dei nostri ragazzi è materia troppo importante per lasciarla in mano alle scelte di una persona sola. Capita già anche in altri paesi europei – proprio come per l’abbigliamento scolastico –, ad esempio in Inghilterra, Francia, Irlanda o alcuni Länder della Germania, che la nomina del dirigente avvenga sempre per via collegiale, tramite i vari organismi dove sono rappresentati i docenti e gli studenti.
Credo quindi che invece di dedicare tempo prezioso alla questione dell’abbigliamento scolastico, la dirigente Pasini abbia abbastanza materiale sul quale concentrarsi, come l’inapplicabilità della cosiddetta alternanza scuola-lavoro o delle preoccupazioni sollevate dal personale docente, quello che nelle classi ci va tutti i giorni.
Cons. Claudio Cia
L’articolo sul quotidiano “l’Adige” del 14 giugno 2016:
L’articolo sul quotidiano “l’Adige” del 15 giugno 2016: