Rattrista sentire Roberto De Laurentis parlare di “ipocrisia” del centrodestra autonomista per giustificare il suo ennesimo colpo di teatro.
Vorrei ricordare che non lo abbiamo cercato noi, ma è partita da lui stesso la richiesta di aderire alla coalizione di centrodestra senza, tra l’altro, aver mai partecipato ai nostri incontri e alla stesura del programma. Forse la sua adesione si è arenata quando ha capito che sarebbe stato pesato dai cittadini al momento del voto e considerato alla pari di tutti noi, tanti soldati alla guida di un solo generale che non era lui. Pretendere di entrare in “caserma” il primo giorno senza lo zaino della fatica ma con i gradi è troppo comodo.
Ho l’impressione che a lui manchi la capacità di confrontarsi tra pari e la capacità di dialogo, qualità di base per chi intende contribuire al successo di una squadra: piaccia o non piaccia, lui non è ‘la particella di Dio’ da cui tutto origina.
Parla di ipocrisia del centrodestra autonomista proprio lui che cinque anni fa ha fatto campagna elettorale per il centrosinistra e chiesto di votare per Ugo Rossi. A differenza sua “AGIRE per il Trentino” ha dimostrato che in politica la coerenza può esistere ancora: fin dalla nostra nascita, come anche durante il Referendum costituzionale voluto da Matteo Renzi, o durante le elezioni nazionali, siamo stati l’unico movimento territoriale e civico ad essersi sempre dichiarato e schierato con il centrodestra e anche questa volta ci saremo, con il centrodestra autonomista, per chiudere definitivamente l’era della triade Pd, Patt e Upt.
Certo che se avessimo seguito l’esempio dello stratega De Laurentis non solo non ci sarebbe, come lui ha più volte sostenuto, un centrodestra autonomista politico in Consiglio provinciale, ma questo non esisterebbe proprio fisicamente, perché saremmo tutti passati al centrosinistra.
Evidentemente i carnevali passano, ma certe maschere restano.
Cons. Claudio Cia
L’articolo su quotidiano “l’Adige” del 14 luglio 2018: