Il Comune minaccia di privatizzare il servizio funerario per tacitare le proteste di chi lavora

Esiste una categoria di lavoratori quasi mai nominata e spesso vista con una certa superstizione a causa del suo necessario legame con la sofferenza e la morte umana. Mi riferisco ai fossori, necrofori e autisti che lavorano presso l’ufficio funerario del Comune di Trento.

Si tratta di circa trenta dipendenti, persone dotate di un’ammirevole sensibilità, capaci di entrare in empatia con chi vive la sofferenza. Questi svolgono quotidianamente la loro opera in modo egregio, mettendosi al servizio dei cittadini e rispettando la sensibilità di chi accompagna o visita il defunto. Lavorano dal lunedì al venerdì mattina, ricevendo un compenso mensile medio di 1300 euro.​ La morte però, si sa, non va mai in vacanza e non si programma, pertanto l’ufficio funerario prevede un’indennità di servizio per gli interventi da compiere durante la notte e/o nei giorni non ricompresi sopra: 20 euro per il venerdì pomeriggio, 40 per il sabato, 100 per la​ domenica​ (tutti espressi al lordo). Il tutto per un massimale individuale annuo di 3000 euro, superati i quali si lavora “gratis”, cosa che accade spesso e volentieri.

Per l’anno 2014 il Comune ha maturato verso questi professionisti un debito di circa 5 mila euro ​che pare non voglia saldare. Non va taciuto anche il fatto che, per onorare la reperibilità straordinaria, vi sono dipendenti costretti a percorrono decine di chilometri per recarsi al lavoro. Anche quest’anno a settembre pare che molti dipendenti abbiano già raggiunto e superato il massimale individuale disponibile. Ora, non è difficile evincere che l’ovvia alternativa al lavorare gratis consiste nel negare la disponibilità alla reperibilità. Il carico di lavoro è superiore rispetto a quella che è la disponibilità del personale, e per giunta eventuali assenze non vengono sostituite, determinando disservizi di non poco conto. Tant’è vero che, lo si fa ma non si dice, alcuni interventi funerari sono stati ​​dirottati ad imprese esterne, che sappiamo avere altre logiche e costi maggiori per il cittadino che li deve sostenere.

E’ deplorevole il fatto che il Comune, sapendo bene ciò che succede dietro le quinte, affronti il problema minacciando di privatizzare il servizio con l’obiettivo di tacitare la richiesta di giustizia degli operatori dell’Ufficio Funerario. Al Sindaco, voglio lanciare un appello: ponga presto fine a questa spiacevole situazione.​.. anche perché prima o dopo tutti prendiamo residenza in via Giusti​.

Claudio Cia

L’articolo sul quotidiano “l’Adige” del 30 ottobre 2015:

Straordinari necrofori vanno a ditte esterne

Esito dell'iniziativa

 

Lettera inviata alla stampa il 29 ottobre 2015.

 

 

In allegato l’articolo sul quotidiano Trentino del 30 ottobre 2015.

 

 

 

L’articolo su “La Voce del Trentino”: Il Comune minaccia di privatizzare il servizio funerario per tacitare le proteste di chi lavora

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