Sull’edizione odierna de l’Adige, il Presidente di Confidimpresa Battista Polonioli presenta il bilancio della propria esperienza, essendo in procinto di presentare le dimissioni dal vertice della società.
Polonioli rivendica, comprensibilmente, i risultati positivi ottenuti durante il proprio mandato, il sostegno garantito a numerose imprese e, dunque, all’economia trentina nel complesso. Evidenzia la problematicità di una crisi che riguarda tutti i settori. Ripercorre alcuni passaggi difficili, con le scelte da assumere tenendo conto dei vincoli finanziari ma senza venir meno alla mission di facilitare l’accesso al credito degli associati e di rilasciare garanzie a favore delle linee di credito a breve, medio e lungo termine. Sottolinea l’importanza dell’operazione di fusione con Cooperfidi, la quale ha già versato 4 milioni come socio sovventore e ne farà arrivare un altro a fusione avvenuta.
Polonioli riconosce, ma quasi di sfuggita e senza presentare dati, che il risanamento di Confidi si è reso possibile “anche grazie alle risorse della Provincia”. Andando a recuperare informazioni sulla consistenza di tali risorse, scopriamo che la Provincia è intervenuta a sostegno di Confidi per un importo compreso tra i 20 e i 30 milioni di euro. Ecco, allora, che, senza sminuire il lavoro portato avanti da Polonioli con gli organi direttivi e con la struttura organizzativa, ci troviamo di fronte all’ennesimo caso di dipendenza dell’economia trentina dall’ente pubblico e, in particolare, dalla Provincia.
Sarebbe auspicabile che la classe politica e le categorie economiche aprissero un serio confronto su tale dipendenza, che viene individuata anche da studi condotti da agenzie indipendenti – ad esempio, la Banca d’Italia – come elemento di fragilità del nostro sistema produttivo, particolarmente evidente nel confronto, per esempio, con il vicino Alto Adige. Non intervenire a tale riguardo sarebbe assai rischioso, perché la contrazione del bilancio provinciale potrebbe determinare esiti assai pesanti sulla tenuta del sistema, sull’occupazione e sull’accesso al credito. La maggioranza che guida la Provincia farebbe bene a smetterla di litigare e a cominciare ad affrontare le debolezze strutturali dell’economia trentina.
Abbiamo creato un sistema dove chi non sa vivere in assenza dei benefit della PAT non riesce a vivere nemmeno in presenza di se stesso, prevale la logica che è più facile appoggiarsi ad essa che stare in piedi da soli. La nostra fragilità sta proprio in questa abitudine.