Nel leggere l’articolo pubblicato dall’Adige il 24 ottobre, inerente la caccia ai conigli nel cimitero di Trento, siamo rimasti sorpresi per le dichiarazioni del responsabile provinciale della Lav (Lega anti vivisezione) Simone Stefani secondo il quale i consiglieri dell’opposizione, Cia e Giuliani, «hanno spinto molte persone (soprattutto anziani) ad un’estrema intolleranza» nei confronti dei conigli e quindi esasperato il problema e che «la soluzione della questione passerebbe attraverso un atteggiamento più conciliante da parte dei cittadini». Ovvero lo status quo?
Fa meraviglia che chi da appena due giorni si sta occupando vanamente di tale problema salga in cattedra a pontificare e sentenziare contro chi invece della questione se ne sta occupando da oltre un anno. Vogliamo far presente al signor Stefani che non abbiamo spinto nessuno all’intolleranza, semmai questa è il risultato dell’inerzia di chi conosceva il problema e nulla ha fatto fino ad oggi. E’ con il sostegno dei cittadini che abbiamo preso e portato due conigli nell’ufficio del sindaco, raccolto in sei ore oltre 600 firme, portato all’attenzione dei media la latitanza di un’amministrazione comunale incapace di affrontare questa criticità e solo allora il Sindaco ha emanato un’ordinanza per allontanare questi animali dal campo santo.
Nell’imminenza delle festività di Ognissanti e Defunti, e considerato che i conigli non hanno fatto voto di castità, consigliamo al signor Stefani di non farneticare ma di concentrarsi sulla cattura di questi roditori perché è per questo che è stato chiamato e non per altro e, vista l’assenza di risultati, la invitiamo a confrontarsi con quelli che definisce “anziani” che però frequentano assiduamente il cimitero, sanno valutare con realismo la consistenza numerica dei conigli che scorazzano tra le tombe e che a noi hanno dato preziosi suggerimenti per catturarne due in poco tempo e senza tante commedie.
Per concludere, ci siamo uniti alla protesta dei cittadini perché, se dobbiamo scegliere tra il coniglio e la sacralità del sentimento di chi onora i propri defunti, senza dubbio scegliamo quest’ultima ed è per questo che continueremo nella nostra protesta affinché il cimitero non venga considerato uno spazio qualsiasi dove ci può stare di tutto.
Claudio Cia e Bruna Giuliani