È scandaloso che il Presidente della Provincia Ugo Rossi e il segretario politico del PATT, senatore Franco Panizza, che dovrebbero essere i primi, visto il loro ruolo, a tenere alto l’onore delle istituzioni, si limitino a ripetere pedissequamente che quella dell’ex capogruppo provinciale PATT Lorenzo Baratter è stata un’ingenuità o una leggerezza.
A sostegno della sua tesi Rossi non disdegna di ricordarci che qualche mese fa «la Procura aveva chiesto l’archiviazione», cosa tra l’altro che ha lasciato facile ironia alla stampa nazionale, che ci ha ridicolizzati tutti con titoli del tipo «Dare soldi per avere voti non è vietato in Trentino?» o ancora «Dove un reato diventa “ingenuità”». Raggiungono infine il paradosso le dichiarazioni di Panizza, laddove arriva a dichiarare che «la condanna non ha nulla a che fare con lui, visto che lui è uscito dalla vicenda chiedendo di avvalersi dell’istituto della sospensione del processo con messa alla prova».
Se lor signori avevano a cuore la difesa dell’onorabilità delle istituzioni, del partito, e del Consigliere stesso, meglio sarebbe stato tacere – e l’indagato accettare il processo –, perché il loro parlare, oltre ad offendere l’intelligenza altrui, lascia attonito il popolo trentino che per l’ennesima volta si vede burlato.
Come rappresentanti nel Consiglio della Provincia Autonoma di Trento non possiamo permettere che si crei un precedente nazionale per il quale, a fronte di una sentenza che parla di corruzione elettorale, l’istituzione provinciale faccia scuola per la sua “tolleranza” di fronte a tali ombre. Al di là di una personale e umana comprensione a fronte di un tale problema con la giustizia, non possiamo che chiedere una ferma reazione da parte del Consiglio provinciale, finalizzata a restituire credibilità all’Assemblea stessa.
Diceva Pertini che “dare la solidarietà, per ragioni di amicizia o di partito, significa diventare complici di questi corrotti”. Se non vi sarà alcuna conseguenza, si rileverebbe un’anomalia pericolosa, un vulnus di sistema, per la quale in ogni parte d’Italia si invocherebbe al “caso trentino” per giustificare ogni simile episodio.
Rammarica che a fronte di tali – conseguenti e logiche – considerazioni, il consigliere Baratter, forte del supporto di Rossi e Panizza, si senta tanto galvanizzato da pubblicare sulla sua pagina Facebook un post nel quale recita testuale “Non ti curar di loro ma guarda e passa… poi metti la retromarcia e schiaccia”, a riprova che non ha capito che l’umiltà esalta anche quando hai torto.
A questo punto, se lui non ha consapevolezza della gravità del suo agire, è opportuno che sia il Consiglio provinciale a ricordarglielo.
Cons. Claudio Cia
L’articolo sul quotidiano “l’Adige” del 22 febbraio 2017:
L’articolo sul quotidiano “Trentino” del 22 febbraio 2017:
L’articolo sul quotidiano “Corriere del Trentino” del 22 febbraio 2017:
Immagina cosa significa soldi x voti in zone dove sono insediate le organizzazioni mafiose!