Da sempre la funzione del vaccino è quella di fare prevenzione, di impedire cioè l’insorgere della malattia infettiva, non il contagio. Quella del tampone, invece, è di documentare la presenza del virus sulle mucose delle prime vie aeree superiori, anche nel caso della variante Omicron. Se vengono contagiati anche i vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale è probabile che non ci saranno conseguenze, ma qualora ci fossero anche, normalmente non dovrebbero essere clinicamente allarmanti. A partire da queste considerazioni, vorrei capire qual è la ratio per cui si stanno eseguendo tamponi anche sui vaccinati asintomatici che, quando risultato positivi, vengono pure confinati ai domiciliari per la quarantena. Cosa che sacrifica inutilmente la vita sociale e delle attività economiche. L’impressione è che, nel merito, le scelte della politica nazionale siano dettate più dal panico che dalla ragione…ma posso anche sbagliarmi.
Ad oggi, l’86,20% della popolazione over 12 risulta aver completato il ciclo vaccinale e anche se raggiungessimo il 100%, troveremo sempre vaccinati positivi asintomatici, e questo succede in tutte le campagne vaccinali. Ecco perché non ha una motivazione scientifica l’eseguire tamponi sui vaccinati asintomatici, se non quello di accrescere l’incertezza. E l’incertezza è pura agonia, fa più male di ogni fatica.
Cons. Claudio Cia – Presidente del Gruppo Consiliare di Fratelli d’Italia
L’articolo su “L’Adige” del 9 gennaio 2022: