Da Lases a Cembra in pulmino per fare lezione di educazione fisica, Cia (AGIRE) interroga la Provincia.

A partire da questo mese, sei ragazzi che frequentano la quinta classe alla scuola elementare di Lases – per fare lezione di educazione fisica con gli insegnanti delle scuole medie – dovranno salire su un pulmino ed essere portati nella struttura di Cembra: un disagio in più visto che, tra preparazione e tempo necessario per cambiarsi, parte del tempo a disposizione andrà inevitabilmente perso.

La dirigente scolastica – in un articolo apparso sulla stampa locale – ha dichiarato che la palestra della scuola elementare di Lases non si presterebbe alle attività sportive dei “quasi studenti medi”, in quanto mancherebbero le caratteristiche necessarie. La dirigente ha rimarcato che il trasferimento per le due ore di educazione fisica sarebbe necessario solo nei mesi più freddi perché poi la ginnastica si può fare all’aperto. I tempi richiesti per il trasferimento e l’eventuale brutto tempo nei mesi più caldi rischiano di mortificare una disciplina fondamentale come l’educazione fisica, necessaria sia per la creazione di uno spirito di gruppo, sia per le funzione di prevenzione e anti-stress che essa svolge.

Secondo quanto dichiarato dal sindaco di Lona-Lases, gli avanzi di gestione del Comune non consentirebbero di intervenire in tempi rapidi (si parla di “forse dieci/quindici anni”), tuttavia – citando testualmente – “Se la Provincia finanzia, il Comune è pronto a fare la sua parte” (“l’Adige”, 14 dicembre 2019).

Premesso tutto ciò, si interroga la Giunta provinciale per sapere se sia a conoscenza della problematica sopra esposta, se ci sia la volontà di intervenire per sistemare la palestra della scuola elementare di Lases e – in caso di risposta affermativa – quali siano le tempistiche richieste per l’intervento.

Cons. Claudio Cia

 

L’articolo sul quotidiano “Trentino” del 15 gennaio 2020:

Esito dell'iniziativa

 

Interrogazione a risposta immediata in aula presentata il 9 gennaio 2020. L’iter sul sito del Consiglio provinciale: interrogazione n. 1080/XVI

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