Egr. Direttore,
su “L’Adige” dell’11 aprile è stata pubblicata la risposta ad una mia lettera da parte dell’amico Sen. Renzo Gubert a cui desidero rispondere per effettuare alcune specifiche. Meraviglia molto che il Senatore, e come lui molti cristiani, sembri non comprendere i continui appelli del Papa (a volte censurati dalle grandi testate giornalistiche e dai telegiornali) affinché si trovi una soluzione attraverso un vero negoziato, essendo disposti anche a qualche sacrificio per il bene della gente e che metta a tacere le armi prevenendo un’escalation nucleare dagli esiti apocalittici. Stupisce soprattutto che si continui a soffiare affinché la fiamma della guerra si espanda. Non possiamo pensare di risolvere il problema in Ucraina inviando armi. Lì, a causa dell’invasione russa, stanno succedendo orrori inenarrabili e il modo migliore per fermarli è fermare la guerra, ma per fare ciò occorre fare dei negoziati e per raggiungere una soluzione ognuno deve essere disposto a rinunciare a qualcosa. La ragione e il torto, se si vuole trovare la pace, devono trovare un punto di sintesi, e questo lo si trova promuovendo il dialogo. Questo ci si aspetterebbe dalle Cancellerie dei Paesi europei. Spero che almeno su questo convenga anche Renzo Gubert.
Quando scrivo che “a questo punto la guerra potrà finire solo quando lo decideranno gli USA”, esprimo una convinzione avvalorata dal fatto che fino a qualche settimana fa le parti belligeranti dimostravano una qualche propensione a confrontarsi per trovare un accordo ritenuto quantomeno possibile, tant’è che s’erano persino avviati i negoziati. Ora che la guerra ha mostrato le debolezze russe e che Putin pare aver fallito sul piano militare, le armi (sempre più letali) sono tornate ad essere l’unica opzione brandita ai quattro venti dai Capi di Governo Occidentali. Biden vede in questa guerra un’occasione inaspettata per umiliare la Russia, combatterla fino all’ultimo ucraino o, addirittura, fino all’ultimo europeo. Eh sì, fino all’ultimo europeo, perché gli ingredienti per una guerra lunga e logorante che potrebbe degenerare su scala europea ci sono tutti. Se da Putin non possiamo aspettarci parole di pace, ce le aspettiamo da Biden, Johnson e Von der Leyen, ma non le abbiamo ancora sentite proferire una sola volta da quando è iniziata la guerra.
In cambio, però, hanno riempito di armi l’Ucraina, paradossalmente per portare la pace.
Cons. Claudio Cia – Presidente del Gruppo Consiliare di Fratelli d’Italia
La lettera del Sen. Renzo Gubert su “L’Adige” dell’11.04.2022 a cui si fa riferimento nel testo:
La replica del sottoscritto pubblicata su “L’Adige” del 13.04.2022: