Leggo con stupore sul quotidiano “Trentino” di oggi le affermazioni di Mario Cossali che, pur senza riferirsi direttamente alla mia persona, attacca la mia proposta volta ad aumentare la possibilità di verifica del Consiglio provinciale sul “Forum per la Pace” definendola come il frutto della “misconoscenza dei fatti reali o un atteggiamento di preclusione ideologica”.
Avendo riguardo alla storia dell’ANPI, associazione combattentistica che raggruppa i membri della Resistenza partigiana, ovverosia la guerra civile che si ebbe in Italia nel periodo tra l’armistizio di Cassibile (9 settembre 1943) e la resa di Caserta (2 maggio 1945), pare proprio che vittima della “misconoscenza dei fatti reali” sia il Cossali, che non solo rinnega la sua natura di “combattente”, ma finisce anche per lamentarsi, sempre velatamente, del fatto che l’ANPI non faccia parte delle associazioni o comitati aderenti al Forum (adesioni comunque in calo, da 60 a circa 40).
Per quanto molti politologi e scienziati della politica abbiano osservato che le migliori classi politiche emergono spesso in seguito alla guerra civile – con un esempio lampante rappresentato dai componenti dell’Assemblea costituente italiana o dai politici che hanno amministrato la nostra Autonomia nel secondo dopoguerra -, essa costituisce sempre e comunque una situazione di particolare pericolo. E’ infatti noto a tutti che le guerre civili, molto più rispetto alle guerre combattute tra gli Stati, sono spesso caratterizzate da feroci episodi destinati a rimanere impuniti, proprio perché non sono limitate dal diritto internazionale: non ci sarà mai nessun tribunale internazionale dopo una guerra civile, a meno che non si verifichi la sconfitta dei “combattenti per la libertà”, che la storia ricorderebbe presto come riottosi “terroristi”.
Per quanto riguarda il mio presunto (dal Cossali) “atteggiamento di preclusione ideologica” ricordo che ho presentato un’ipotesi alternativa a quella del Forum, ritenendo che non sia necessario avere un ente ad hoc per diffondere adeguatamente la cultura della pace e della tutela dei diritti umani: basterebbe avviare un istituto di ricerca in Polemologia presso il dipartimento di Sociologia dell’Università di Trento.
Cons. Claudio Cia
Segretario Politico di AGIRE per il Trentino