In questi giorni di trambusto pre-elettorale, da Passo Coe dove si è tenuta la cerimonia in ricordo dell’eccidio di Malga Zonta, la Consigliera provinciale Sara Ferrari ha dichiarato che le “sanguina il cuore al pensiero che potremmo avere finalmente la prima donna a capo del Governo italiano, ma purtroppo una fedele alla fiamma tricolore dei partiti neofascisti”.
In un misto di emozioni evidentemente molto difficili da contenere, la sofferenza che le attanaglia il cuore per questo motivo e la gioia per essere da giorni sulle pagine dei rotocalchi locali in quanto in odor di candidatura romana, la Consigliera del Partito Democratico ha deciso di sfruttare la visibilità garantita dalla manifestazione (con un pessimo sgarbo istituzionale tra l’altro) incappando tuttavia in una gaffe incredibile. Ella, per evidente tornaconto elettorale, non solo finge di non sapere che la fiamma tricolore non è mai stata un simbolo del regime fascista, ma dimostra altresì di disconoscere la legge quando parla di Fratelli d’Italia come di una forza politica che si ispira all’ideologia fascista. Se così fosse dovrebbe anche spiegarci come mai il Partito di cui faccio parte – che pur esistendo da nemmeno un decennio ha più volte partecipato a competizioni elettorali (a riprova del suo carattere democratico) – non è ancora stato sciolo per effetto della Legge Scelba che dà attuazione alla XII disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana. Sorge naturale chiedersi a che cosa servano queste farneticazioni, se non a tentare di alimentare la paura e l’inimicizia tra i cittadini chiamati ad esprimersi con il voto il prossimo 25 settembre.
Cara collega, Le suggerisco di documentarsi meglio prima di fare certe affermazioni. In questa competizione elettorale, non si faccia annebbiare la vista dalla visione di un possibile traguardo personale. Non rinunci alla Sua onestà intellettuale. Nei Suoi prossimi interventi, Le suggerisco di parlare di cosa vorrebbe fare una volta eletta, ritenendo che il Partito Democratico non abbia bisogno di agitare lo spauracchio del fascismo e del nazionalismo per raccattare qualche voto. Non si abbandoni, Lei che è una sostenitrice delle Pari opportunità e dell’impegno delle donne in politica, a quel terribile cliché delle donne che odiano le donne; altrimenti il rischio è che sia Lei a passare dalla parte del torto, che sia Lei ad essere la fascista che discrimina gli altri per una presunta superiorità garantita dall’appartenere ad un determinato partito politico. Le posso assicurare che se vincerà la preferenza degli elettori, sarà per aver valorizzato adeguatamente il Suo pensiero e le Sue competenze e non per aver sparato contro un avversario. Se non ha compreso questo, allora può anche fare a meno di partecipare alle manifestazioni come quella di Passo Coe.
Cons. Claudio Cia – Presidente del Gruppo Consiliare di Fratelli d’Italia
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La lettera su “L’Adige” del 19.08.2022: