Il Direttore Bordon riconosca e rispetti i ruoli

In qualità di componente del Consiglio Provinciale della Provincia Autonoma di Trento mi sento in dovere di richiamare il dott. Bordon, Direttore generale dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, a rispettare il suo ruolo. Come massimo dirigente della struttura sanitaria del Trentino la sua prima preoccupazione dovrebbe essere volta al benessere dei pazienti trentini e svolgere bene il suo incarico, che non mi risulta essere ne’ quello di rilasciare  interviste agli organi di stampa, ne’ rispondere sui media alle interrogazioni del Consiglio Provinciale.

Prima di snocciolare numeri, peraltro discutibili, o, ancor peggio, esprimere considerazioni irrispettose verso un Consigliere Provinciale, (nella fattispecie il Consigliere Degasperi) arrivando sino ad accusarlo di essere impegnato a “distruggere” la sanità trentina “anziché portare un minimo contributo alla causa”, come il dott. Bordon dichiara nella sua intervista odierna riportata sulla stampa, credo lo stesso Direttore dell’Azienda Sanitaria debba piuttosto riflettere sul suo ruolo e soprattutto sui risultati del suo incarico, affidatogli dalla precedente maggioranza.

Voler attribuire al Consigliere Degasperi la responsabilità di una situazione in cui i medici abbandonano il Trentino è, francamente, al limite del puerile nella sua ricerca di giustificazioni. Se poi vogliamo considerare il piano politico, la cui competenza è appunto del Consiglio Provinciale e della Giunta, l’intervento del dott. Bordon, oltre ad essere  sopra le righe, non è neppure giustificato, visto che all’interrogazione del Consigliere Degasperi aveva già risposto, con un comunicato stampa, l’Assessore Segnana.

Invece di rincorrere le iniziative politiche dei Consiglio Provinciale, invito quindi il dott. Bordon a rientrare nel proprio ruolo e a iniziare, ad esempio, a indagare le vere cause che stanno all’origine delle lunghe liste d’attesa, tanto da obbligare i cittadini a ricorrere sempre più alle prestazione sanitari erogate in regime di intramoenia (attività di libera professione esercitata dai medici all’interno di una struttura ospedaliera pubblica) che in Trentino ha visto un incremento del 12,4%, tra i più alti tra le regioni italiane. Sarebbe poi anche interessante comprendere le vere cause della fuga dei medici come, ad esempio, i 10 ginecologi che dal 31 dicembre 2017 al 31 dicembre 2018, hanno abbandonato la struttura ospedaliera del Santa Chiara (questione già evidenziata dal sottoscritto e allora frettolosamente smentita dal Direttore generale Bordon).

Nell’auspicare una maggior attenzione ai rispettivi ruoli e un prossimo impegno volto al bene del Trentino piuttosto che alla ricerca di notorietà sono certo di come, se dovessero nelle prossime analisi auspicate comparire criticità inerenti la qualità e l’organizzazione della sanità trentina, queste non saranno sicuramente riconducibili all’operato del Consiglio Provinciale.

Claudio Cia
Consigliere Provinciale della Provincia Autonoma di Trento

 

L’articolo sul quotidiano “l’Adige” del 17 febbraio 2019:

Esito dell'iniziativa

 

Comunicato inviato ai media locali il 16 febbraio 2019.

 

 

 

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