“Risorse a picco, sindaco preoccupato”: con queste parole la stampa del 21 settembre ci informava che, anche per l’amministrazione comunale di Trento, è arrivato il “tempo delle vacche magre”.
La stessa preoccupazione è riproposta il 3 novembre con un lapidare titolo giornalistico che dichiarava che, alle casse del Comune, «mancano 1,3 milioni di euro per il bilancio» e che, per questo motivo, si dovranno fare tagli a contributi e sponsorizzazioni. La parola sobrietà l’ha fatta da padrona anche in consiglio comunale, nel recente dibattito per l’approvazione del bilancio. Questa consapevolezza tuttavia, cozza con la notizia che, per festeggiare la notte di San Silvestro (Capodanno), il Comune ha speso, tanto per cominciare, 59 mila euro a cui va aggiunto un non ben precisato esborso di ulteriore denaro per i fuochi d’artificio. Solo a partire dalla notte di San Silvestro del 2011 il sindaco si è detto «convinto che tra volontariato e creatività qualcosa si potrà organizzare anche senza i soldi del Comune».
Ma dovevamo proprio aspettare il termine del 2011 per coinvolgere e valorizzare persone e creatività, a costo zero per l’amministrazione, e destinare i 59 mila euro ai bisogni urgenti della povera gente che fatica a vivere?