«Da ieri – racconta Claudio Cia – mi sono arrivati 700 messaggi whatsapp e centinaia anche sui social. Non ci sto più dietro. Tanta gente che si complimenta, ma anche molti che chiedono informazioni, che vogliono iscriversi al partito e c’è anche chi si propone come candidato alle provinciali dell’anno prossimo». C’è già la fila per salire sul carro di Fratelli d’Italia, carro vincente che può far decollare una carriera politica.
«L’interessamento verso il partito è una cosa molto bella, che ci fa piacere ed è motivo di orgoglio ma entrare – avverte Alessandro Urzì, neodeputato e commissario provinciale di FdI – non significa automaticamente avere una candidatura o un posto di prestigio assicurato. Un periodo di militanza è un presupposto molto utile per ambire poi con il tempo a ruoli importanti». Certo non è solo da ieri che il partito di Giorgia Meloni fa proseliti. In un paio d’anni le tessere in Trentino sono raddoppiate e oggi si avvicinano al migliaio. Barriera che potrà essere superata agevolmente nelle prossime settimane, quando la campagna di tesseramento autunnale entrerà nel vivo.
«È già da parecchio tempo che il nostro appeal è cresciuto nei confronti del territorio – conferma Andrea de Bertoldi, il primo parlamentare trentino targato Fdi, appena riconfermato. – Quella che si avvicina è tutta gente che ha capito che siamo affidabili, che vuole sicurezza, correttezza morale». Ben vengano dunque anche le richieste e le auto candidature. «Ma in vista delle provinciali vogliamo la squadra dei migliori. Ci sono tanti dal mondo delle professioni che guardano a noi con attenzione e da lì pescheremo di certo. Ma – avverte de Bertoldi – stavolta pretenderemo la qualità anche dagli alleati».
Tra chi si sta avvicinando a Fratelli d’Italia ed è pronto a entrare in campo – svela Cia – ci sono anche diversi imprenditori, alcuni di spicco. Usciranno allo scoperto a tempo debito. Ma l’onda che ha portato in alto il partito nasce dal basso, dal popolo. Il consigliere provinciale, che dal maggio dell’anno scorso, quando la pandemia ha concesso un po’ di respiro, fino a venerdì scorso si è fatto la bellezza di 175 gazebi nelle piazze e nei mercati trentini, dice di aver sentito progressivamente crescere l’attenzione e il consenso per la Meloni e FdI. «Una attenzione che secondo me deriva dal modo di porsi, da un atteggiamento moderato che ha spuntato l’arma di chi ci dava dei fascisti».
Claudio Cia quella raccomandazione alla moderazione l’aveva colta da Giorgia Meloni fin da quell’incontro romano alla vigilia del Natale 2020, fatto per concordare l’annuncio pubblico, poi avvenuto il 26 dicembre, del passaggio in blocco di Agire, la sua creatura politica, in Fratelli d’Italia. «Di Giorgia – racconta – mi colpì il suo modo di porsi semplice, alla mano; un atteggiamento non molto comune tra gli altri leader. Mi chiese di darle una mano nella crescita anche in Trentino di un partito moderato, pronto a governare e che non facesse pensare a ritorni nostalgici. E mi fece il più bel complimento ricevuto da un politico dicendomi che sapeva di potersi fidare di me guardandomi negli occhi».
Il passaggio di Cia ha sancito di fatto l’ingresso nelle istituzioni trentine di Fratelli d’Italia, che alle elezioni del 2018 non aveva ottenuto neanche un consigliere. Dopo di lui si sono aggiunte nel tempo altre due consigliere, Alessia Ambrosi e Katia Rossato, che provenendo dalla Lega non avrebbero però potuto adottare il simbolo, se non ci fosse stato Cia a fare da apripista. Una scelta, la sua, dettata – assicura – da una vicinanza di valori («soprattutto il rispetto per la vita, nascente e morente, e il riconoscimento della famiglia naturale») e che gli è costata anche economicamente: 50.000 euro di indennità aggiuntive per la rinuncia alla carica di assessore regionale, decisa per non mettere in imbarazzo Fugatti nei confronti della Svp che non avrebbe digerito un assessore di FdI.
Cia, che oggi è alla guida di uno dei gruppi principali dell’emiciclo provinciale, dal suo osservatorio speciale, all’ombra del gazebo, vede un partito sempre più forte soprattutto in periferia: Valsugana, val di Non, Busa, val di Cembra, Fiemme e Fassa, Rendena. «Ma anche l’interesse della città sta crescendo» assicura. Del resto, lo dicono le urne, un trentino su quattro domenica ha votato Fratelli d’Italia.
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L’articolo su “L’Adige” del 28.09.2022:
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L’articolo su “Italia Oggi” di venerdì 30.09.2022 (per l’articolo completo vedi link sulla colonna di questa pagina):