Nella maggioranza di centrodestra tutti sono d’accordo con il presidente Maurizio Fugatti, che sia necessario rafforzare la coalizione con l’allargamento del perimetro e l’innesto di nuove liste civiche oltre all’aggancio del Patt, ma che alla fine debba essere ancora Fugatti a guidare la coalizione, questo è un altro paio di maniche.
D’altronde, il commissario di Fratelli d’Italia in Trentino, Alessandro Urzì, ieri sull’Adige è stato chiaro nel dire che «Fratelli d’Italia è un punto di riferimento» nella coalizione a cui guardano «mondi civici e autonomisti» e che «quando faremo la quadra Fratelli d’Italia avrà il suo ruolo da protagonista». Insomma, pur nella condivisione dell’obiettivo di allargamento del perimetro di centrodestra, il partito di Giorgia Meloni mette in evidenza che è tutt’altro che scontato che il baricentro e l’asse portante della coalizione sarà rappresentato ancora dalla Lega, supportata dalla civica di Achille Spinelli, perché proprio Fratelli d’Italia alla fine potrebbe rivelarsi più attrattiva e dunque determinante, come del resto ha dimostrato di saper fare alle elezioni politiche. Urzì si è guardato bene, infatti dall’esprimersi sul Fugatti bis, visto che il suo partito non ha ancora dato il via libera alla ricandidatura del governatore uscente.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio provinciale, Claudio Cia, conferma che dal loro punto di vista: «Per decidere chi sarà il candidato presidente è necessario trovarsi e parlarne, cosa che non è stata ancora fatta. Naturalmente si parte dall’esistente, quindi dal presidente in carica, ma poi la scelta finale sarà frutto di un confronto onesto e trasparente». E il fatto che la questione sia tutt’altro che già definita lo dimostra anche l’affermazione del presidente Fugatti nella sua intervista all’Adige in cui ha detto che il suo auspicio è che si decida a Trento e non a Roma (vista la particolarità della coalizione che comprende partiti civici e autonomisti), ma che il continuo «rimpallare di nomi» o «lanciare i dadi su chi candidare» non fa bene e «sarebbe deleterio per la coalizione». Il presidente Fugatti vuole scongiurare, dunque, che si apra un braccio di ferro con Fratelli d’Italia sulla sua ricandidatura, e si vuole rafforzare assicurandosi il sostegno del resto della coalizione – Forza Italia e la Civica di Gottardi già si sono espressi – e con l’aggiunta della nuova civica dell’assessore Spinelli e del Patt se alla fine riuscirà a portarlo nel centrodestra.
Dall’altra, però, anche Fratelli d’Italia, come ha rivelato Urzì, sta cercando di rafforzarsi. Il capogruppo Cia aggiunge: «Ci sono tante persone che in vista delle elezioni provinciali dell’anno prossimo si stanno avvicinando a noi. C’è chi ha un percorso professionale o delle attività per cui preferisce non targarsi con il simbolo di un partito, mentre sarebbe disponibile a candidarsi con una lista civica. L’idea di una lista civica vicina a Fratelli d’Italia – assicura Cia – nasce dunque da questa considerazione e con lo scopo di fare crescere tutto il centrodestra».Il quadro della maggioranza di centrodestra che governa la Provincia appare dunque tutt’altro che definito e la situazione ancora in ebollizione. Anche se l’impressione è che Fratelli d’Italia stia cercando di cuocere a fuoco lento il presidente Fugatti, prima di tirar fuori – al momento buono – il nome di un candidato alternativo per la presidenza della Provincia, evitando l’errore di far saltare per aria la coalizione, come avvenne nel 2018, quando il Pd cercò di rimpiazzare il presidente uscente Ugo Rossi, ma l’alleanza andò in frantumi aprendo la strada al successo del centrodestra. Il boom di Fratelli d’Italia anche in Trentino, dunque, andrà gestito con cautela, soprattutto nei rapporti con la Lega e con Fugatti, che nell’ipotesi che gli venga chiesto di farsi da parte dovrà certamente avere una via d’uscita onorevole. E in questo il Governo di Roma potrebbe aiutare.
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L’articolo su “L’Adige” del 30.10.2022:
L’articolo su “il T” del 12.11.2022: