Ho letto con interesse l’articolo pubblicato dal quotidiano “Trentino” riguardante il gigantesco mosaico realizzato da Mino Buttafava che si trova all’interno del complesso ex Artigianelli di Susà di Pergine. Di fronte all’ipotesi che tale opera possa andare distrutta, non posso che esternare tutta la mia preoccupazione.
Era il mese di ottobre 2015 quando visitavo il complesso, una delle ispezioni che più mi ha impressionato nella veste di consigliere provinciale e dalla quale sono nati numerosi interventi per chiedere conto dei numerosi immobili pubblici inutilizzati di proprietà della Provincia, lasciati in uno stato di desolante degrado e abbandono. Ricordo ancora quando sono entrato nella chiesa interna alla struttura, superando porte divelte e calpestando vetri rotti: in fondo a questo grande spazio, un enorme mosaico risparmiato dai vandalismi, con la figura di un Cristo benedicente, mentre sostiene un libro con la frase “Magister vester unus est Christus” (“Uno solo è il vostro Maestro, il Cristo”). Indicativamente alto 6 metri, alla base riporta chiaramente la firma di Mino Buttafava, artista che nel ’38 ha affrescato la casa del Generale Badoglio, e dei Mosaici Toniutti.
Con una formale interrogazione evidenziavo come questo colosso in stato di degrado fosse stato acquisito dalla Provincia solo l’anno precedente, nel 2014, in permuta con edifici di pregio in Piazza Fiera a Trento. Sulla carta, un affare per la Provincia. Ma a soli dieci mesi dalla delibera che ha sancito lo scambio, lo stato di abbandono dell’immobile era totale. Recenti indagini della Procura contabile hanno portato alla quantificazione di un possibile danno erariale da 4,2 milioni di euro, rilevando l’assoluta mancanza di motivazione nella delibera che ha portato alla permuta. Stridono le giustificazioni addotte dall’ex Giunta Rossi: nessun danno erariale, ma anzi, una scelta strategica e anche un affare immobiliare per la Provincia. Giustificazioni incredibili, considerato quanto dichiarava ai quotidiani l’allora Assessore Gilmozzi a soli 3 mesi dalla permuta: “Il complesso Artigianelli è inutilizzabile, così com’è, e va demolito” (“Trentino” del 22 febbraio 2015).
Tornando al mosaico, in una interrogazione del 2018 lo stesso ex Assessore dichiarava che in caso di demolizione dell’immobile, l’opera “verrebbe ricollocata in altro sito”. Purtroppo era stato detto anche che c’era un piano per la riqualificazione dell’immobile, cosa che si è dimostrata priva di attendibilità. Nel dicembre 2019 sono stato contattato anche dal figlio dell’artista, che ha condiviso con me il dispiacere per questa vicenda visto l’alto valore artistico dell’opera. Se oltre 50 anni fa in Egitto si è riusciti a spostare gli interi templi di Abu Simbel, risalenti al 1300 avanti Cristo, smontandoli in oltre 4000 blocchi di un peso variabile fra le 10 e le 30 tonnellate e ricomponendoli in altra sede, non si capisce quali siano i motivi che impediscono di ricollocare l’opera monumentale in altra sede, dove possa essere adeguatamente valorizzata e restituita alla comunità.
Cons. Claudio Cia
Segretario politico di AGIRE per il Trentino
L’articolo sul quotidiano “Trentino” del 25 giugno 2020: