Ex caserme alle Viote: dopo anni di amministrazione inconcludente, il centrosinistra cittadino si risveglia dal torpore.

Si sa che politici e camaleonti hanno spesso atteggiamenti somiglianti, ma quanto si sta verificando nelle ultime settimane a livello comunale a Trento è davvero surreale.

Tutto ha inizio alcune settimane fa con il capogruppo del Patt Alberto Pattini che, sostanzialmente riportando i dati che negli anni il sottoscritto ha raccolto a suon di atti politici, ha interrogato la sua stessa maggioranza per chiedere di intervenire sull’ex Hotel Panorama di Sardagna. Negli scorsi giorni il Sindaco Andreatta ha pure risposto, spiegando che proporrà alla Provincia un “tavolo” per “individuare una destinazione turistico-culturale” per il futuro dell’ex Hotel Panorama. Al netto della fumosità della risposta, in questa occasione avevo evidenziato come tra gli svariati documenti presentati quando ero consigliere comunale a Trento, vi erano proposte con le quali ho chiesto più volte di recupere la struttura. In quei casi la maggioranza di centrosinistra che governa la città, e del quale il PATT mi risulta faccia tuttora parte, ha sempre votato contro.

Ora si aggiunge un nuovo caso identico. Sempre il prode Pattini presenta ora un nuovo atto, con il quale chiede lumi sulle ex caserme austro-ungariche delle Viote del Bondone, e chiede al Sindaco Andreatta di sollecitare la Provincia affinché provveda al finanziamento per il recupero degli immobili, e pure “in tempi brevi”.

Anche su questo argomento il sottoscritto, nel 2015, interrogava l’allora Giunta provinciale Rossi (sempre del PATT) per evidenziare lo stato di degrado delle ex caserme, chiedendo se vi fossero progetti riguardanti il recupero di tale complesso, se potesse riferire sul livello di compromissione degli edifici, e proponevo di recuperare almeno parte delle serre a vetri, donandole ad esempio a piccole realtà che sul territorio provinciale si occupano di progetti di agricoltura biologica. Ovviamente il centrosinistra a guida “autonomista” non è andato oltre alle poche righe di risposta di rito, e gli anni sono passati, e le strutture sono rimaste al loro destino.

Ecco perchè questo improvviso risveglio del PATT a livello cittadino, non è minimamente credibile, ed evidenzia ancor di più la doppia personalità di un partito che con queste operazioni pare volersi rinfrescare la coscienza dopo anni di amministrazione inconcludente. L’odore delle elezioni comunali inizia ad arrivare alle narici degli esponenti del centrosinistra cittadino, risvegliandoli dal torpore…

Cons. Claudio Cia

 

L’articolo sul quotidiano “l’Adige” del 17 marzo 2019:

Esito dell'iniziativa

 

Comunicato inviato ai media locali il 16 marzo 2019.

 

 

 

Le foto fatte in occasione di un sopralluogo sul posto nel settembre 2015:

 

 

 

3 commenti

  1. Gentilissimo Cia, si ricordi anche del fabbricato dei padri Pavoniani in via degli Artigianelli, in località Susà di Pergine, dove ora si brucia qualunque cosa con dispersione anche di diossina in area ambiente. Guardi la politica italiana come ha consentito che venisse distrutto un enorme fabbricato: https://www.youtube.com/watch?v=W-vcw-qj_6o
    Ho chiesto l’intervento della polizia locale per la messa in sicurezza (recinzione) del fabbricato, inviato una PEC di sollecito all’APPA… Se tra pochi giorni da oggi ancora le cosiddette istituzioni saranno immobili, NOI cittadini provvederemo a recintare tutto e affiggere i cartelli di pericolo ! Grazie a questa meravigliosa mentalità italiana che consente a un enorme fabbricato di diventare un pericolo ambientale per l’intera comunità (oltre che a gettare nel gabinetto milioni di euro, ma questo aspetto è secondario rispetto al danno ambientale).

    • Gentilissimo David, grazie per il commento. Sulla questione ex Artigianelli posso assicurarti la mia massima attenzione, tanto che ho portato la questione sui media nazionali con il servizio di Striscia la Notizia… qui tutti i miei interventi, tra i quali uno rivolto alla nuova Giunta provinciale in attesa di risposta: https://www.claudiocia.it/?s=artigianelli

      • Gentilissimo Cia, la ringrazio innanzitutto per la sua celere risposta (situazione rara e che denota comunque attenzione agli interventi argomentati). Le posso riportare che allo stato attuale è sufficiente fermarsi in loco per poco più di 15-20 minuti per respirare aria talmente inquinata da provocare vomito e bruciore alle vie respiratorie (ciò è stato segnalato alla polizia locale). Quando tornerò per un sopralluogo, lo farò con mascherine FFP3 (altissima protezione contro le particelle molto fini). Un manufatto che diventa un pericolo per la salute è inammissibile. Questo è il danno peggiore, il danno economico può anche passare in secondo piano. Se ci si reca oltre Brenner oppure oltre Taufers im Münstertal, esistono situazioni similari in Schweiz o in Österreich ? E’ La burocrazia italiana a provocare danni incalcolabili. In Schweiz nel tempo di un mese viene posizionata una recinzione fissa alta tre metri. Intanto noi cittadini ci prepariamo con il nastro biancorosso a alta visibilità notturna e cartelli di pericolo. Qualcosa va fatto subito.

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