Spiace constatare che in questo periodo di faticosa ripresa dalla crisi economica l’attuale Amministrazione comunale non abbia alcuna intenzione di applicare strumenti volti a incentivare le attività turistiche e ristorative nella nostra amata città, ma anzi, sembra faccia di tutto per danneggiarle con nuove gabelle. Dal prossimo anno sono previste infatti le nuove regole e tasse che interesseranno tutte le attività svolte all’aperto dei locali cittadini: musica, plateatico, pedana, sedie e quant’altro…
Un triste danno per quanto riguarda la città di Trento e per i suoi abitanti, che indubbiamente vedranno i loro baristi tartassati da ulteriori e invadenti imposizioni, senza che questi possano invece concentrarsi a migliorare il servizio offerto, investendo magari in nuovi posti di lavoro, migliorando il volto accogliente del centro città.
Inoltre, ascoltando l’opinione degli addetti del settore, oltre all’imposizione economica vi è quella di dubbio gusto estetico dell’imposizione di un determinato arredo, con addirittura le fioriere in stile cimiteriale fornite in comodato dal Comune, che per giunta arrivano in ritardo…
Penso che un barista preferisca pagare meno tasse e arredare invece autonomamente la propria attività. Del resto questa è la città che sembra si voglia proporre, una città improntata verso un retrogusto di monolitico nostalgismo, senza porre alcun riguardo alle esigenze dei professionisti del settore.
Noi non vogliamo adottare nuove regole, ma “regole nuove” per quanto riguarda gli spazi pubblici. Innanzitutto non andremmo ad imporre, prassi dell’attuale Amministrazione, l’arredo delle attività; ci sono già i professionisti del settore, non serve che il Comune metta il becco anche su quello. Soprattutto vogliamo puntare ad una politica finanziaria volta non a bastonare le attività trentine, ma a incentivarle, consapevoli che l’accoglienza dell’ospite e di chi vive la città avviene proprio su quelli stessi plateatici, e non nei palazzi dove queste regole sono state stabilite, è il caso di dirlo… “a tavolino”, senza la tanto decantata partecipazione delle figure economiche interessate.
Claudio Cia