Garanzia giovani o sfruttamento di manovalanza a costo zero?

“La Garanzia Giovani è il Piano straordinario per la lotta alla disoccupazione giovanile cofinanziato dal Fondo sociale europeo a sostegno dei giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non frequentano un percorso formativo per conseguire un titolo di studio” è un’opportunità a cui molti giovani guardano per il loro futuro lavorativo.

Per accedervi il giovane deve compilare il form di adesione per ricevere le istruzioni per fissare un appuntamento, per poi ricevere le informazioni sul programma Garanzia Giovani e sui servizi disponibili in provincia di Trento, capire le attitudini dello stesso, firmare il Patto di Servizio per intraprendere un percorso personalizzato che si conclude con uno stage di diversi mesi presso aziende presenti sul territorio provinciale. Il tutto è affidato ad una organizzazione denominata “Fida” che, in collaborazione con l’Agenzia del Lavoro, attraverso un tutor segue l’intero iter formativo, individua l’Azienda dove inviare il candidato formalizzando il contratto con la medesima.

Durante lo stage alle aziende che si rendono disponibili non sono imposti costi e al giovane sono riconosciuti dalla Provincia 70 euro settimanali per un minimo di 30 ore che viene saldato con bonifico bancario solo al termine del percorso formativo e burocrazia permettendo.

Molti stagisti denunciano però di sentirsi sfruttati dalle aziende ospitanti presso cui sono inviati per completare il percorso formativo perché invece di essere impiegati correttamente si vedono usati per compiti che nulla hanno a che vedere con il contratto sottoscritto tramite “Fida”. A questo si aggiunga che ai tutor di “Fida” è stato pure segnalato che non è raro che allo stesso stagista venga richiesta una presenza lavorativa anche di otto giorni consecutivi senza un riposo a sette/nove ore di lavoro giornaliero.

Se si considera che una azienda può avere contemporaneamente più stagisti vien da sé il sospetto che più che pensare al loro futuro, questi vengano usati per far fronte alla carenza di personale che è in ferie o in congedo parentale durante il periodo estivo o per non avvalersi dei propri dipendenti che per contratto sarebbero tenuti a rientrare al lavoro se chiamati per esigenze di servizio.

La cosa che sbalordisce è che chi dovrebbe vigilare sulla trasparenza, linearità e aderenza dei percorsi formativi destinati ai giovani, sia piuttosto distratto e contravvenga a questo compito. Il sospetto è che ci siano soggetti chi considerano il Piano straordinario per la lotta alla disoccupazione giovanile una straordinaria e interessante occasione per avere manodopera a costo zero spezzante dei sacrifici e delle speranze di chi sta guardando con fiducia al proprio futuro.

Non possiamo tacere su quanto questo assomigli più ad un moderno sfruttamento di giovani che ad una lotta alla disoccupazione giovanile. C’è chi lo vorrebbe gridare ai quattro venti ma tace temendo ritorsioni e altri che sopportano in silenzio sperando che questo sia premiante e mandi un messaggio al datore di lavoro che pur di lavorare sono disposti a tutto. Quanti provano a chiedere chiarimenti vengono invece penalizzati.

 Ciò premesso, si interroga il Presidente della Provincia autonoma di Trento per sapere:

  • a quanto ammonta il fondo destinato in questi anni al “Piano straordinario per la lotta alla disoccupazione giovanile” e cofinanziato dal Fondo sociale europeo;
  • quanti sono stati fino ad oggi i giovani presi in carico da “Fidia”, quanto questa società è stata pagata per ogni singolo percorso formativo e quanti di questi percorsi sono stati portati a termine;
  • se agli stagisti vengono riconosciuti puntualmente i rimborsi al termine del percorso formativo e a quanto corrisponde la somma elargita fino ad oggi;
  • quanti sono i tutor che hanno seguito i ragazzi negli stage;
  • se le giornate e gli orari lavorativi degli stagisti sono concordati con i tutor o sono discrezionali delle aziende che li impiegano;
  • se sono previsti controlli senza preavviso atti a valutare il rispetto delle caratteristiche del “Patto di servizio” e del contratto stipulato con l’azienda
  • se non ritenga necessario che modalità, giornate e orari di impiego degli stagisti vengano monitorati e documentati al fine di prevenire futuri abusi degli stessi;
  • quali sono le aziende che si sono rese disponibili ad accogliere gli stagisti e quanti ogni singola realtà ne ha presi in carico;
  • quanti sono i giovani che dopo tale percorso formativo hanno trovato un impiego stabile nelle aziende dove hanno svolto gli stage e quali sono queste aziende;
  • se esiste una tutela previdenziale in caso di infortunio;
  • se sono presenti eventuali vincoli di spesa emanati dal Fondo sociale europeo;
  • quali sono gli enti trentini che beneficiano dei fondi europei in questione, quali sono le procedure che determinano l’assegnazione di questi fondi e quali sono le somme effettivamente ricevute;

A norma di regolamento, si chiede risposta scritta.

Cons. Claudio Cia

Esito dell'iniziativa

 

Interrogazione depositata il 17 luglio 2015. L’iter sul sito del Consiglio provinciale: interrogazione n. 1879/XV

 

Risposta ricevuta il 27 novembre 2015: risposta interrogazione 1879 – garanzia giovani

 

 

 

L’articolo sul quotidiano online “Secolo Trentino”: Garanzia Giovani o sfruttamento a costo zero?

 

1 Commento

  1. Incazzato nero

    Ragazzi miei… Garanzia Giovani è uno sfruttamento di manovalanza a costo zero in tutto e per tutto. Ci chiamano “tirocinanti”, ma solo perché fa comodo a loro. La verità è che da noi si aspettano l’efficienza e la professionalità di un lavoratore normalmente retribuito, con l’unica (e sostanziale) differenza che di retribuzione non se ne vede neanche l’ombra. Il progetto formativo è una colossale caz***a! Vieni assunto per ricoprire un ruolo con delle attività ben specifiche, ma finisci per fare tutt’altro, lavori che vengono commissionati a te piuttosto che ad altri, perché tu li fai gratis. Ti chiedono di trattenerti ben oltre l’orario previsto dal progetto, e non ti pagano; vanno in vacanza sulla neve a Natale e pretendono che tu invece stia in ufficio; si aspettano che lavori anche nella pausa pranzo, e se ti azzardi a scambiare due parole con i colleghi durante l’orario di lavoro scatta il cazziatone. Ma di che stiamo parlando? Neanche nei campi di lavoro si vedono robe così! Lo volete un consiglio? Cancellatela questa “Garanzia Giovani”, che umanamente non serve a un ca**o! Lavori gratis – sfruttato e quant’altro senza neanche un anticipo spese per l’abbonamento dei mezzi – per mesi, perché la Regione ti paga quando si ricorda di farlo (o quando gli scienziati che ci lavorano decidono che forse è arrivato il momento di fare il loro dovere e iniziano a lavorare pratiche vecchie di qualche secolo). Sapete chi ci ha davvero sguazzato in questo programma di me**a? Le aziende che non vogliono pagare la loro manodopera e prendono “tirocinanti” (nella maggior parte dei casi titolati e con comprovate competenze nel ruolo che ricoprono) a paletta, cambiandone uno (o anche più) ogni sei mesi in modo da non dover mai scucire un euro. E a noi ragazzi cosa resta? Una beata min***a! Piangerei se solo non foste così ridicoli!

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