La scelta politica effettuata dal Consiglio Comunale di Segonzano di recedere unilateralmente dalla Gestione associata dei Comuni della Sinistra Avisio (Sover, Segonzano, Lona-Lases e Albiano) ci permette di fare alcune riflessioni su quella che è una vera e propria mostruosità prodotta nella scorsa legislatura. Messi di fronte alla scelta obbligata tra la fusione, la gestione associata o il commissariamento, da parte dell’ex Assessore agli Enti Locali Carlo Daldoss, molti comuni si sono trovati a dover optare per l’esercizio in forma associata delle funzioni e dei servizi comunali.
A tre anni di distanza possiamo fare alcune valutazioni sui risultati di questa imposizione: i paventati benefici economici sono rimasti solo sulle carte delle previsioni, ciò che è reale e tangibile è invece l’inefficienza di questo sistema e lo scontento e malumore che esso ha creato tra i cittadini e gli Amministratori. In questi mesi, in virtù della mia funzione di Assessore regionale agli Enti Locali, ho avuto modo di incontrare molte Amministrazioni e di constatare le enormi difficoltà a cui ha portato il sistema delle Gestioni associate: disservizi, avanzi di gestione bloccati, ecc…
Credo sia inutile ricordare la grande mole di atti presentati dall’opposizione nella scorsa legislatura, le conferenze stampa a sostegno di chi vi si schierava contro (ci tengo in particolare a ricordare quella del 2018 in cui i sindaci della Gestione Sinistra Avisio avevano minacciato di dimettersi pur di venir ascoltati dall’ex Assessore Daldoss) e il programma della Coalizione Popolare Autonomista per il Cambiamento che parla di “riforma del sistema delle Gestioni Associate“.
Se lo scorso 21 ottobre il centrodestra ha vinto le elezioni è anche perché si è mostrato in grado di saper ascoltare il malcontento dei cittadini legato all’immobilità a cui hanno portato le gestioni associate. Per questo motivo, credo sia tempo di un intervento da parte della Giunta Provinciale, per dare una risposta ai nostri Amministratori e ai nostri cittadini.
Cons. Claudio Cia
L’articolo sul quotidiano “l’Adige” del 7 settembre 2019: