Leggendo queste dichiarazioni diviene palese come Ianeselli non abbia ben compreso di aver fatto il salto al di là della staccionata. Se quando giocava a fare il sindacalista poteva essere sufficiente la sola denuncia di un problema, è invece chiaro che un politico – in particolar modo uno che si candida a Sindaco del capoluogo – deve saper avanzare delle proposte che vadano al nocciolo della questione, non dialogare sui massimi sistemi in attesa che la squadra, con “l’aiuto della tecnologia, lavori alla definizione del programma”.
Quelle presentate dalla Giunta nel disegno di legge in discussione la prossima settimana nel Consiglio provinciale sono le prime iniziative per limitare i danni del periodo di emergenza, che troveranno un ulteriore supporto negli stanziamenti che verranno effettuati con l’assestamento di bilancio e negli interventi messi in campo nei prossimi mesi. Credo che, laddove Ianeselli presentasse delle idee valide e finanziariamente attuabili, la maggioranza e la Giunta provinciale non avrebbero alcun problema ad integrarle, nell’interesse di tutti i trentini.
È purtroppo evidente come, a Ianeselli, proprio di questi ultimi non interessi un granché, perché lui (e solo lui, mentre per gli altri è stata una passeggiata di salute) è “stato in mezzo agli anni della crisi”. Il suo impegno negli anni della crisi, sotto l’ala protettrice di mamma CGIL, ce lo ricordiamo tutti: basta passare all’esterno delle fabbriche, dei negozi e delle imprese chiuse sotto il centro sinistra pseudo autonomista, le bandiere – sbiadite dal sole – ci sono ancora, i lavoratori sono a casa (e non per la quarantena).
Claudio Cia – Segretario Politico di AGIRE per il Trentino