Non più tardi di qualche giorno fa la mia figlia più piccola mi ha chiesto cosa significasse il detto “il bue dice cornuto all’asino”. Le ho spiegato che è il caso di qualcuno che rimprovera un altro per un difetto che in realtà affligge lui al massimo grado e che l’espressione nasce dal fatto, ovvio, che il bue ha le corna e l’asino no.
Dovesse chiedermi la mia piccola un esempio concreto, la rimanderei alla lettera del consigliere comunale del Patt Fabio Armellini pubblicata sul quotidiano l’Adige di domenica 21 ottobre, con la quale mi rimproverava di fare del populismo per aver reso pubblica e inviata come Capogruppo, al Presidente del Consiglio comunale Pegoretti, una nota di rinuncia del fondo (trattasi di 2.195 euro all’anno) spettante alla “Civica per Trento”. La cosa è stata anche brevemente riportata dai giornali locali, credo per evidenziare l’atteggiamento responsabile di un gruppo che, in un momento di particolare attenzione ai costi della politica, dà il suo piccolo segnale. Nulla di più. Ma al consigliere Armellini questo deve essere andato di traverso al punto da indurlo a prendere carta e penna e lanciarsi, dopo essersi ben ben autoincensato per lo “stile della sobrietà” che lo contraddistingue, in facili moralismi e gratuite accuse di populismo. Accuse che appunto gli hanno dato l’occasione, fra le righe e proprio per caso, di lodarsi per non aver usufruito negli anni del suo mandato del contributo ai gruppi (e giù cifre). Il tutto, ovviamente, ribadendo la disistima per chi “di un gesto personale fa uno spot”.Tant’è vero che, rifacendomi alla lettera di Armellini, potrò spiegare alla mia bimba anche il significato del detto cinquecentesco “un bel tacer non fu mai scritto”!
Preciso inoltre che, a differenza di quanto ha dichiarato Armellini, il nostro gruppo non è un partito (non ha sede, non ha rimborsi elettorali, non ha benefit, ecc) e che la rinuncia al fondo non è limitata esclusivamente all’anno 2013 ma a tutto il periodo della consiliatura. Non capisco poi perché Armellini non abbia voluto commentare anche il fatto che, oltre al fondo, i consiglieri della “Civica per Trento” hanno rinunciato a far valere il diritto al rimborso chilometrico, che per altro già non chiedevamo: io ad esempio abito a Vigolo Vattaro. Che questa dimenticanza non sia casuale ma voluta visto che ci sono consiglieri che, pur abitando a Trento, ne chiedono il rimborso? Sarebbe curioso sapere se consiglieri del Patt e della maggioranza l’abbiano mai chiesto!
Una rinuncia è degna di essere definita tale quando pesa sul proprio portafoglio e non quando è ininfluente. Il fondo e i rimborsi a cui noi abbiamo rinunciato pesano sul nostro portafoglio perché d’ora in poi, per il nostro impegno politico, ogni spesa la sosterremo attingendo esclusivamente dalle nostre tasche.