Penso che Flor sia fuggito perché messo di fronte ad un compito impossibile, salvare la decadente sanità trentina dopo aver a lungo contribuito a renderla tale. Una classe politica che si rispetti dovrebbe interpretare il comportamento del fuggitivo Flor non con rammarico ma come opportunità nuova di costruire anche con l’opposizione un piano straordinario per il riordino del sistema assistenziale-sanitario (magari anche copiando l’ipotesi “zero” di Zaia). La situazione è talmente grave che il sistema sanitario trentino ormai si governa solo all’interno di un patto tra opposizione e maggioranza affidando l’elaborazione di tale piano a tecnici di varia rappresentanza e di riconosciuta competenza. E’ un ruolo di pianificazione che prescinde dalla nomina del nuovo direttore ma è fondante per riconoscere la strada da compiere. Compito della politica è infatti pianificare e controllare, compito del direttore interpretare e gestire con strategie adeguate gli obiettivi politici. Ripeto: la situazione è talmente grave che se ne esce solo con un accordo “bipartisan”! Altrimenti prepariamoci al peggio!
Mi fa piacere sentire che nel Veneto si parla di “integrazione” dei servizi offerti dalle diverse strutture sanitarie presenti sul territorio, mentre in Trentino la parola d’ordine a cui Flor, a capo dell’APSS, doveva attenersi era “smantellare” la periferia per accentrare tutto a Trento. Per far questo però Flor dovrà resettarsi rispetto al suo agire in terra trentina e seguire pedissequamente una politica, quella veneta, che pare sia improntata a maggior saggezza e capacità di confronto con il territorio. Inoltre mi permetto di augurare a Flor di schiarirsi un po’ le idee perché sentirlo dichiarare, in una recente conferenza stampa nel padovano (2/01/2016), che “per tanti anni a Trento ho avuto l’alibi dell’ospedale della città che da la colpa a quello del territorio e i presidi delle valli che incolpano l’ospedale di Trento, questo qui non deve succedere”, mi fa dedurre che forse fino ad oggi non avesse avuto la consapevolezza che in Trentino non era un semplice medico ma il direttore generale dell’APSS e quindi non capisco a quale epoca professionale le sue parole si riferiscano.
Con la sua partenza, salta l’alleanza Rossi-Flor che tanto ha contribuito a minare la credibilità della sanità trentina ai primi posti sollo sulla carta, a creare incertezze, a compromettere la qualità dei servizi, a condizionare negativamente le aspettative professionali dei nostri ottimi operatori della sanità e a peggiorare le loro condizioni di lavoro senza essere mai stati coinvolti in quello che qualcuno, ancora oggi, si ostina a definire piano di riorganizzazione della sanità trentina.
Ora cosa ci aspetta? Il vero problema è la politica di Rossi e non l’agire dei suoi vassalli, quindi con Rossi al governo nulla di buono all’orizzonte.
Claudio Cia
L’articolo sul quotidiano “l’Adige” del 4 gennaio 2016:
L’articolo sul quotidiano “Trentino” del 4 gennaio 2016: