Il no al bonus bebè affronto alla famiglia

Signor direttore,

come correttamente ha informato il suo giornale, il consiglio comunale di Trento ha respinto un ordine del giorno con cui si voleva istituire un bonus bebè a sostegno della famiglia nei primi due anni di vita del nuovo nascituro. Se avesse avuto il voto positivo, questo provvedimento sarebbe costato poco meno di due milioni di euro all’anno.

È giusto ricordare che questa bocciatura è stata voluta e giustificata dal centro sinistra e dal suo sindaco che sono anche gli stessi attori che sponsorizzano e sono pronti a farci digerire un piano urbanistico di mobilità (Pum) da 800 milioni di euro. Ancora una volta questa amministrazione dimostra di non saper ascoltare e rispondere ai bisogni della famiglia.

Quando a chiedere di investire denaro pubblico sono soggetti diversi dalla famiglia, gli euro piovono copiosi e abbondanti, mentre quando qualcuno propone interventi a sostegno della natalità le casse vengono sempre dichiarate vuote o insufficienti. Per addolcire l’amara pillola del rifiuto l’assessore alle politiche sociali ha dichiarato che comunque, a sostegno della famiglia, esistono già dei provvedimenti; peccato che non ha avuto il coraggio di aggiungere che la rigidità dei parametri Icef, Ise e Isee rendono praticamente inaccessibile qualunque beneficio quando chi lo chiede dichiara un reddito di solo mille euro al mese.

Ci sono provvedimenti che sembrano fatti apposta per confondere e prendere in giro la famiglia e ci sono politici che hanno la sfrontatezza di difenderli e pubblicizzarli, loro che hanno lauti stipendi e, con legge ad personam, li incrementano a loro piacimento.

Esito dell'iniziativa

 

“l’Adige” – 16 giugno 2010

 

(pubblicata anche sul Trentino)

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