Signor direttore,
come correttamente ha informato il suo giornale, il consiglio comunale di Trento ha respinto un ordine del giorno con cui si voleva istituire un bonus bebè a sostegno della famiglia nei primi due anni di vita del nuovo nascituro. Se avesse avuto il voto positivo, questo provvedimento sarebbe costato poco meno di due milioni di euro all’anno.
È giusto ricordare che questa bocciatura è stata voluta e giustificata dal centro sinistra e dal suo sindaco che sono anche gli stessi attori che sponsorizzano e sono pronti a farci digerire un piano urbanistico di mobilità (Pum) da 800 milioni di euro. Ancora una volta questa amministrazione dimostra di non saper ascoltare e rispondere ai bisogni della famiglia.
Quando a chiedere di investire denaro pubblico sono soggetti diversi dalla famiglia, gli euro piovono copiosi e abbondanti, mentre quando qualcuno propone interventi a sostegno della natalità le casse vengono sempre dichiarate vuote o insufficienti. Per addolcire l’amara pillola del rifiuto l’assessore alle politiche sociali ha dichiarato che comunque, a sostegno della famiglia, esistono già dei provvedimenti; peccato che non ha avuto il coraggio di aggiungere che la rigidità dei parametri Icef, Ise e Isee rendono praticamente inaccessibile qualunque beneficio quando chi lo chiede dichiara un reddito di solo mille euro al mese.
Ci sono provvedimenti che sembrano fatti apposta per confondere e prendere in giro la famiglia e ci sono politici che hanno la sfrontatezza di difenderli e pubblicizzarli, loro che hanno lauti stipendi e, con legge ad personam, li incrementano a loro piacimento.