Gli ospiti della Rsa Gabbiolo, della Civica di Trento, proprio non ce la fanno più ad ingoiare il rancio proposto ed imposto dalla direzione di detta struttura. A farsi portavoce del disagio, da oltre un anno, sono i familiari che in tutti i modi e in tutte le lingue hanno implorato un intervento risolutivo del direttore, ma a tutt’oggi nulla è cambiato: il cibo rimane immangiabile. Dunque, cosa fare per ottenere un ascolto che porti al risultato auspicato?
Domenica sera 9 ottobre, alla vista dell’inadeguatezza e della qualità degli alimenti dispensati per la cena, ai familiari è venuta una brillante idea: “prendiamo questo cibo e o lo offriamo al signor Sindaco”. Detto fatto, hanno preso una ciotola e, riempita con lo stesso cibo, la mattina seguente lo hanno recapitato al suo ufficio nella speranza che, toccando con mano o meglio ancora con la bocca, capisca e di conseguenza si attivi per porre rimedio a questa situazione; il tutto corredato con tanto di lettera di protesta, condivisa da tutti, in cui uno dei familiari coraggiosamente vi ha posto la sua firma.
Il martedì mattina, la ciotola è stata poi prelevata vuota.
Premesso quanto sopra chiedo al signor Sindaco di sapere:
- se ha ricevuto il sopra citato “pacco dono”, se lo ha visionato e se, per caso, lo ha anche assaggiato e come lo giudica;
- se, dopo tante segnalazioni di disappunto per la qualità del “rancio”, intenda intervenire con celerità al fine di garantire agli anziani ospiti della Rsa una più appropriata alimentazione che tenga conto delle loro condizioni cliniche, assistenziali e di limite;
- se, a fronte dei rincari tariffari che ogni anno puntualmente bussano alla porta dei familiari (retta giornaliera media di 50 euro) non ritenga un dovere dell’amministrazione, verso gli ospiti presenti nelle Rsa della Civica di Trento, garantire il meglio di tutto per delle persone che già si trovano a vivere con grandi limiti e difficoltà;
- se non ritenga che, dopo tanto tempo e tanto disagio, emerga evidente una incapacità gestionale del problema.