Sabato 30 ottobre un corteo di circa 38 comitati privi di referenze politiche, tanti bimbi, agricoltori con i loro trattori e molte persone comuni (700-800) hanno sfilato per le vie della città manifestando la propria contrarietà alla scelta politica di realizzare un inceneritore per la distruzione dei rifiuti.
Un no deciso per dire un sì convinto ad uno smaltimento dei rifiuti attraverso un sistema ecologico che, dalla raccolta differenziata, porti alla produzione di materie che, oltre a non produrre inquinamento, diventino una ricchezza per il territorio. Cosa che già succede altrove (nel comune di Ponte delle Alpi, nel Centro Riciclo di Vedelago, ecc…) con ottimi risultati. A quest’espressione democratica, il governatore Dellai ha risposto, sprezzante, che “inquinano di più i trattori” che in marcia, assieme alla gente, hanno percorso le vie della città.
Il suo vice, Pacher, ha aggiunto che “l’inceneritore sarà comunque fatto e che si vigilerà sull’impianto” affinché non sia dannoso per la salute dei cittadini. Ciò che fa paura è proprio questa promessa, perché fatta da chi rappresenta una politica che ha già dato prova di non essere credibile e di non mettere al primo posto la sicurezza della gente da cui ha ricevuto il mandato per governare. Ad esempio, non ha vigilato sulle sostanze inquinanti (diossina) liberate dall’acciaieria di Borgo Valsugana, sui rifiuti tossici gettati nella discarica (Sativa) di Sardagna e in quella di monte Zaccon di Roncegno, sui fusti di piombo tetraetile interrati qua e là nelle campagne avvelenando il territorio, sullo scempio permesso nell’area ex Sloi e chi sa quant’altro non ci è dato di sapere.
Anche il sindaco Andreatta ha voluto replicare, ai manifestanti, dicendo la sua: “nessun rischio per la salute”. Con questa dichiarazione o dimostra di non essere a conoscenza della pericolosità dei fumi dell’inceneritore o considera i cittadini soggetti non degni di sapere la verità. E la verità è nell’evidenza scientifica, ovvero che l’inceneritore di nuova generazione, nella combustione dei rifiuti, libera sostanze tossiche, nano particelle che, se respirate, venendo a contatto con il sangue possono essere trasportate in qualunque parte del nostro corpo e lì, alterando il DNA delle cellule, provocare tumori.
Allo stato attuale non esiste al mondo filtro o altro metodo capace di impedirne la dispersione nell’area e tanto meno, in Italia, una legislazione che, considerandole pericolose, tuteli la salute delle persone. È forse l’assenza di tali riferimenti legislativi che autorizza chi ci governa a scavarci la fossa?