Respingo al mittente l’invito ricevuto per il pranzo ufficiale del 26 giugno, tanto più quest’anno in cui non passa giorno senza che i fatti ci ricordino la grave crisi economica che attanaglia la vita di ogni giorno dei cittadini e le tragedie che impoveriscono di speranza quanti le vivono: terremoti, chiusura di aziende anche di Trento, suicidi di imprenditori, famiglie in gravi difficoltà, ecc…
Non ci si può limitare a predicare e chiedere parsimonia, senso di sacrificio, gesti di solidarietà e poi, come succede ogni anno, alla ricorrenza della festa patronale di San Vigilio banchettare con denaro pubblico, come se tutto ciò non ci riguardasse. Ritengo questo agire poco coerente con i proclami di austerità e condivisione con chi soffre che riempiono di parole i nostri discorsi. Forse per questo pranzo le casse pubbliche del Comune non si impoveriranno di molto, ma rinunciarvi darebbe un segnale forte di presa di coscienza e di rispetto per quanti non possono banchettare perché soffrono la crisi economica, i licenziamenti, i lutti e la perdita di speranza . Credo che anche il Vescovo e i vari ospiti non si offenderebbero e capirebbero il gesto. E comunque sia, io ritengo un dovere essere coerenti perché questo ci chiede la gente.
Premesso quanto sopra chiedo al signor Sindaco:
- se può indicare quanti sono gli invitati al” banchetto” vigiliano;
- se può quantificare a quanto ammonta la spesa preventivata per il pranzo di San Vigilio in cui sono invitati il Sindaco, il Presidente del consiglio, i Capigruppo, il Vescovo/i e altre varie autorità (ospiti, ecc…);
- se non ritenga, almeno per quest’anno, che tale denaro possa essere devoluto a qualche famiglia che nella città di Trento è stata privata del reddito (stipendio) per la perdita del lavoro a seguito del fallimento dell’azienda (vedi, ad esempio, il recente fallimento di Auto in, ecc…) che garantiva ad essa il minimo vitale.
Ne parla la stampa
“l’Adige” – 8 giugno 2012
“Trentino” – 8 giugno 2012
“l’Adige” – 26 giugno 2012
“l’Adige” – 27 giugno 2012
“l’Adige” – 15 luglio 2012
In quell’occasione, io c’ero a dare una mano a Claudio perchè, ancora una volta, ritenevo giusto e sacrosanto il manifestare dissenso. Se con noi ci fossero stati anche tutti coloro che, come me, da troppo tempo ne hanno piene le tasche di subire quotidianamente ogni sorta di spreco di denaro “interamente pubblico!”…beh, penso che avremmo senz’altro ottenuto molto ma molto di più in termini di risposte ed azioni correttive, da parte dei nostri bravi amministratori di cosa pubblica … che quel giorno solo in parte sono entrati dalla porta principale del locale, e quei pochi non hanno certo apprezzato la bancarella di noi, “povera gente comunale”.
E’ ora che ci facciamo sentire tutti assieme … Basta sparute parole e o manifestazioni di singoli…serve ben altro per smantellare questo modo di gestire “con la richiesta della necessaria privacy, avanzata da molti politici” i soldi pubblici non solo per i pranzi ma anche per tutto il resto.