Voglio ringraziare il Cons. Giorgio Tonini (PD) per due motivi: primo perché nel suo intervento conferma sempre il suo buonsenso e la schiettezza nel dire le cose e in secondo luogo per aver riconosciuto al Presidente Fugatti l’onestà intellettuale, nonostante ritengo non condivida appieno il contenuto di questa manovra. Mi viene quasi da pensare che con queste parole si sia voluto anche distanziare da quelli che sono i giudizi provenienti dalle minoranze, alcuni che miravano a dare delle indicazioni, altri negativi e preconfezionati a prescindere. Personalmente ho colto che questi pregiudizi provengono dalle persone che sono state meno attente e meno presenti durante la relazione del Presidente.
“Bilancio senza visione, stantio” questo abbiamo sentito dire in questi giorni. “In questo bilancio non c’è nulla” ha affermato qualcuno, evidentemente per queste persone 4.5 miliardi di euro sono nulla. “Occasione persa con questo bilancio, ossessiva attenzione al privato”, anche questo è stato detto. Quella del Presidente Fugatti è stata giudicata una relazione sulla difensiva.
Sentendo queste affermazioni, e avendo colto dai vari interventi che si sono susseguiti mille idee, soluzioni, certezze, viene da pensare che al centrosinistra faccia proprio bene stare in minoranza. Perché tutte queste idee che avete portato all’attenzione della Giunta in questo dibattito, ma anche in tanti altri, su come il Presidente dovrebbe rappresentare la Provincia, su come la Giunta dovrebbe spendere i soldi della Provincia non siete stati in grado di attuarle nei trent’anni che nel bene o nel male siete stati al Governo? Mi pare evidente che lo stare in opposizione aguzzi l’ingegno, alimenti le idee e favorisca la ricerca di soluzioni.
Vorrei ricordare a tutti noi, che innanzitutto stiamo vivendo un’emergenza sanitaria, che si è trasformata anche in emergenza economica. Nel 2021 abbiamo avuto a disposizione un bilancio di 4.7 miliardi. Nel 2022 si parla di 4.5 miliardi di euro. Se la matematica non è un’opinione siamo già carenti rispetto all’anno scorso di ben 200 milioni di euro. Qualcuno usa spesso paragonare il Trentino all’Alto Adige. Ci viene chiesto di guardare oltre la chiusa di Salorno, di imparare dall’Alto Adige, di attivarsi come fa la Provincia di Bolzano. Se noi disponessimo delle risorse che hanno gli altoatesini evidentemente qualcosina di più si potrebbe fare. L’Alto Adige, dispone di un bilancio di 6.3 miliardi di euro, senza contare PNRR e fondi europei, dunque 1.7 miliardi in più della provincia di Trento. Con il portafoglio pieno si possono fare tanti bei ragionamenti, si possono dare migliaia di risposte. Tuttavia, quando il nostro portafoglio è sofferente di 1,7 miliardi di euro rispetto all’Alto Adige, paragonare le due Provincie non è sicuramente la mossa migliore che si possa fare.
E’ poi da evidenziare come la popolazione dell’Alto Adige, in termini numerici, sia inferiore a quella trentina, quindi hanno più risorse e meno cittadini. Il Trentino ha meno risorse e conta una popolazione più vasta.
Sentivo oggi in aula, dire: “Eh, ma noi abbiamo risorse in più (PNRR, fondi europei ecc.)”. Non dobbiamo nemmeno prenderci in giro però, perché queste risorse sono vincolate. Non è che queste risorse arrivano e noi possiamo disporne come vogliamo. Sono vincolate alla realizzazione di progetti. Quindi ci sono, ma non certo per fare quello che vorremmo. Tutto ciò per dire che l’Autonomia si riesce a difendere in rapporto alle risorse che questa ha a disposizione.
Più di una volta il Presidente Fugatti ha ricordato che ciò che ci differenza davvero dall’Alto Adige è che negli anni loro hanno saputo fare più riforme; cosa che ha fatto sì che essi avessero accesso a maggiori investimenti sul territorio. Ma la mancanza di riforme oggi, ha radici profonde. Non si improvvisano le riforme strutturali. E chi pensa che questa manovra di bilancio debba contenere interventi strutturali evidentemente non si rende conto di cosa sia una riforma. Le riforme sono fatte da tutto il Consiglio, ci deve quindi essere la disponibilità di tutta l’aula a fare queste riforme, che fanno camminare e progredire il nostro Trentino in ambito economico e anche sociale.
Va ricordato che questa manovra presta particolare attenzione alle imprese, ma non solo. Per quanto riguarda le imprese è rimasta invariata la pressione tributaria derivante dall’IRAP. L’Alto Adige, che dispone di più risorse, l’IRAP l’ha aumentata. Tant’è vero che noi abbiamo rinunciato a 70 milioni di euro, la Provincia di Bolzano, aumentandola, si porta a casa 100 milioni di euro dalle imprese. Il Trentino ha scelto di lasciare questi soldi alle imprese perché esse creano lavoro, assicurano reddito alle famiglie e se queste si vedono garantite il reddito anche l’economia del Trentino cammina. C’è stato anche un alleggerimento fiscale per quanto riguarda l’IMIS per 23 milioni di euro.
Però non c’è stata solo attenzione alle imprese, c’è attenzione anche alle nuove famiglie. La gente ha sempre più paura ad impegnarsi, non tanto affettivamente, quanto piuttosto economicamente. La Provincia mette a disposizione di ogni nuova famiglia un prestito del valore di 30 mila euro . E’ bene ricordare che per la nascita di un bambino la Provincia abbuona 15 mila euro, se sono due li abbuona tutti e 30.000.
Sono rimasto anch’io colpito dal fatto che queste politiche familiari proposte dalle Giunta siano state equiparate o comunque confuse con l’utero in affitto. Allora sono andato a vedermi cosa si intende con utero in affitto. Esso rappresenta una pratica abominevole e incivile tra l’altro vietata in Italia, come in altri stati europei. Poi sono andato a ricercare cosa si intende per pratiche familiare, ovverosia tutte le misure e le disposizioni volte a sostenere e a promuovere la famiglia. Certo, sappiamo che quando si fa una norma c’è sempre chi può abusarne, ma se dovessimo formulare norme che non possono essere abusate o strumentalizzate, probabilmente non riusciremmo a farne nessuna. Anche il reddito di cittadinanza poteva avere un fine nobile, ma ad oggi si è rivelato che esso oltre a dare una mano a chi veramente si trova in una situazione di bisogno, aiuta anche tanti fannulloni, qualche furbo e purtroppo anche qualche delinquente. Ciò per dire che questa manovra in realtà non è il nulla.
Per quanto riguarda la realtà sanitaria, alla quale tengo particolarmente, sicuramente non possiamo dire che non vengano impiegate risorse. Vorrei ricordare che 1,3 miliardi del nostro bilancio sono impiegati in sanità. Chi non vede in questo un’attenzione alla sanità pubblica, a mio parere è in mala fede. Noi abbiamo bisogno anche del privato convenzionato, perché altrimenti la sanità pubblica non sarebbe in grado di dare tutte le risposte alle richieste dei cittadini. Dobbiamo essere molto realisti in questo. Noi abbiamo in Trentino circa 4.500 infermieri. Di questi, 1.200 andranno in pensione nei prossimi 8 anni. Mancano inoltre assistenti sanitari e tecnici di laboratorio. Abbiamo quindi in media poco più di 7 infermieri per 1.000 abitanti, mentre in Europa sono 9. Tra Trento e Bolzano ad oggi mancano 1.200 infermieri. Questa è una carenza che riguarda non solo il Trentino – Alto Adige, ma tutto il territorio nazionale e il continente europeo. Tant’è vero che tutti i Paesi europei, compresa l’Italia, vanno nei Paesi limitrofi per vedere se riescono a portare sul proprio territorio operatori sanitari.
Il fatto che manchino operatori sanitari, per quanto riguarda l’Italia, è legato alla presenza del numero chiuso nelle Università. Eppure al Governo nessuno sta impegnandosi per trovare una formula affinché possano accedere all’Università più giovani che intraprendano la professione sanitaria medica o infermieristica. Il fatto che in Trentino si sia avviata la Facoltà medicina può sicuramente apportare un buon contributo, i cui risultati non saranno subito tangibili, ma che fa ben sperare. Poi sicuramente c’è anche un problema economico.
Per quanto riguarda la contrattazione del pubblico impiego credo che sia legittimo aspettarsi un riconoscimento di quelli che sono diritti, che possono tuttavia scontrarsi con la realtà economica in cui ci troviamo a operare. Per mesi ci siamo sentiti dire: “Ma nel resto d’Italia hanno adeguato tutti i contratti”, cosa non veritiera peraltro. E’ evidente che come ci vantiamo dei benefici derivanti della nostra Autonomia, noi possiamo pensare a quello che è il rinnovo del contratto partendo da quello che è il nostro bilancio, non certo da risorse che derivano dal trasferimento da altri territori. A tale proposito, quindi, nella piena consapevolezza dell’esistenza di difficoltà, ho presentato un Odg per il rinnovo del contratto collettivo per il personale del comparto sanitario in cui chiedo che la Giunta si impegni a considerare in maniera prioritaria e prevalente il rinnovo del contratto degli infermieri e dei professionisti sanitari per l’esercizio 2022/2024, non appena saranno disponibili adeguate risorse finanziarie. In queste settimane abbiamo visto la Giunta, in particolare modo il Presidente Fugatti e l’Assessore Segnana, presa di mira perché – a detta dei Sindacati – essa non voleva adempiere al rinnovo dei contratti. In realtà, fin dall’inizio della contrattazione, il Presidente ha sempre affermato e ribadito la propria disponibilità ad adeguare questo contratto non appena fossero state presenti le risorse necessarie. Io direi che gli emendamenti presentati in Commissione e quelli che saranno posti all’attenzione del Consiglio dimostrino la sua buona fede. L’impegno c’è stato. La risposta, proporzionata alle risorse disponibili, c’è stata. Non è sufficiente? Ne siamo consapevoli. Tuttavia io confido e credo che la disponibilità manifestata, resterà tale non appena si renderanno disponibili le risorse.
Devo dire tuttavia che anche i Sindacati fanno sorridere quando vantano il successo su questa tematica dicendo che è solamente grazie a loro se si è arrivati a questo risultato. In realtà basterebbe andare a recuperare i comunicati stampa della Provincia divulgati nelle settimane scorse e quello che noi ci troviamo oggi come risposta dalla Giunta era già stata ampiamente preannunciato. Fa anche sorridere come adesso, non essendo più presente o essendosi sgonfiato quello che poteva essere l’elemento che veniva posto all’attenzione dei media per mettersi in contrapposizione con la Giunta, adesso dicono che servono più risorse per famiglie e lavoratori. Ripeto, il bilancio si fa con i soldi che abbiamo a disposizione. Noi siamo chiamati a decidere, non solo a soddisfare le richieste di Tizio o di Caio. Dobbiamo quindi avere il coraggio di chiedere di aspettare a coloro che non si trovano in uno stato di grave difficoltà se vogliamo garantire l’attuale livello dei servizi che mettiamo a disposizione dei nostri cittadini. Per esempio abbiamo imprese che hanno chiuso, famiglie che hanno perso il reddito da lavoro. Io credo che in questo momento il compito della Giunta sia quello di restituire un minimo di serenità a queste imprese e a queste famiglie.
Io apprezzo comunque lo sforzo di questa manovra di bilancio. I limiti, se ci sono e ci saranno sicuramente, sono legati ai limiti di finanza.
Cons. Claudio Cia
Presidente del Gruppo Consiliare di Fratelli d’Italia